A Messina, i carabinieri del Nas di Catania hanno sequestrato due sale operatorie del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale “Papardo” su decreto del Tribunale, in seguito a un’inchiesta su sei casi di morti sospette avvenute dopo interventi di cardiochirurgia. Le morti, avvenute a distanza di pochi giorni dagli interventi, sono state attribuite a infezioni ospedaliere. Le indagini hanno rivelato criticità nella salubrità degli ambienti operatori, con la presenza di agenti patogeni oltre le soglie consentite
A Messina, i carabinieri del Nas di Catania e della compagnia Messina Centro hanno eseguito il sequestro di due sale operatorie del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale “Papardo”, su decreto emesso dal Tribunale su richiesta della Procura. Questo provvedimento è stato adottato nell’ambito di un’inchiesta che riguarda almeno sei casi di morti sospette avvenute dopo interventi di cardiochirurgia. Le indagini sono state avviate a seguito delle querele presentate dai familiari dei pazienti, i quali sono deceduti a distanza di pochi giorni dagli interventi, a causa di infezioni tipicamente ospedaliere.
Dalle verifiche effettuate con il supporto di consulenti tecnici, è emerso che i decessi denunciati si inserivano in un contesto più ampio di casi analoghi verificatisi nel medesimo reparto. Gli investigatori hanno rilevato numerose criticità in termini di salubrità degli ambienti operatori, con il superamento delle soglie consentite per la presenza di agenti patogeni e altri microrganismi. Il Codacons ha espresso grave preoccupazione per la situazione, sottolineando che l’intervento dei Nas solleva interrogativi sulla sicurezza delle strutture sanitarie e sulla tutela della salute pubblica. L’associazione ha chiesto all’assessorato regionale alla Salute e al ministero della Salute di avviare un’indagine ispettiva non solo sul caso del Papardo, ma anche sugli standard di igiene e sicurezza in tutte le strutture ospedaliere pubbliche e private della Sicilia. Il Codacons ha offerto assistenza legale gratuita ai familiari delle vittime e ha invitato chiunque abbia subito danni simili a contattare i propri sportelli per valutare eventuali azioni risarcitorie.