Notizia dell’ultima ora: Maxiprocesso alla ‘ndrangheta: richieste condanne per 322 dei 338 imputati
14 GIUGNO 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – Il processo contro la ‘ndrangheta e i suoi presunti complici nel mondo politico e imprenditoriale è entrato nella sua fase cruciale. Dopo la conclusione delle argomentazioni della Procura, il pool di magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidato dal Procuratore Nicola Gratteri, ha richiesto condanne per la maggior parte degli imputati: su 338 imputati, sono stati richiesti 322 condanne, per un totale di quasi 5.000 anni di carcere. La Calabria è sconvolta da questo enorme processo.
Tra gli imputati presenti davanti al Tribunale di Vibo Valentia ci sono i capi della famiglia mafiosa Mancuso di Limbadi e di altre cosche del vibonese, ma anche ex parlamentari, ex consiglieri regionali, sindaci, agenti dei servizi segreti e delle forze dell’ordine, professionisti ed imprenditori. Sono accusati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, detenzione illegale di armi ed esplosivi, ricettazione, traffico di influenze illecite, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzo di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio aggravato e traffico di droga.
Il Procuratore Gratteri ha sottolineato l’importanza di questo processo, che molti ritenevano impossibile da celebrare a causa del numero elevato di imputati, delle complesse indagini e della giovane età del collegio giudicante. Ha confrontato questa procedura con il leggendario processo “Maxi” condotto negli anni ’80 dal pool antimafia di Falcone e Borsellino. Nonostante qualche momento di tensione, Gratteri ha descritto il processo come tranquillo nel complesso, sottolineando che occasionalmente si è usciti dai binari, ma che ciò non rappresenta un problema. Il Procuratore ha poi esposto le richieste di condanna, tra cui 13 assoluzioni e 3 richieste di nullità.
Tra gli imputati per cui la Procura ha richiesto condanne, accanto ai membri di spicco della ‘ndrangheta, ci sono anche figure politico-istituzionali di grande rilevanza. L’avvocato e ex deputato e senatore di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, è uno dei nomi più importanti. Per lui è stata richiesta una condanna a 17 anni di carcere per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Si afferma che abbia favorito gli uomini della potente cosca Mancuso di Limbadi e l’imprenditore Rocco Delfino, per il quale sono stati richiesti 12 anni di reclusione. Pittelli viene descritto come la “cerniera tra i due mondi”, avendo stabilito un “rapporto circolare a tre” tra il politico, il professionista e il faccendiere, mettendo in contatto i boss della ‘ndrangheta tramite circuiti bancari, società straniere, università e le istituzioni stesse. I magistrati sostengono che Pittelli sia diventato l’avvocato dei boss in virtù delle sue ambigue relazioni e amicizie con i magistrati, che gli avrebbero consentito di influenzare i processi.
I pubblici ministeri hanno anche individuato l’ex sindaco di Pizzo Calabro, l’ex membro del Partito Democratico Gianluca Callipo, come accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per il quale è stata richiesta una condanna a 17 anni di carcere. Altri nomi importanti sono quelli dell’ex consigliere regionale e assessore Pietro Giamborino, per il quale è stata richiesta una condanna di 14 anni, e dell’ex finanziere della Dda di Catanzaro, Michele Marinaro, per il quale sono stati richiesti 17 anni di carcere. Sono accusati di fornire informazioni coperte dal segreto investigativo agli affiliati della ‘ndrangheta.
Il processo è ora nelle mani dei giudici, i quali dovranno valutare l’impianto accusatorio presentato dalla Procura di Catanzaro. Se il caso reggerà alla prova del dibattimento, si tratterà di un altro terremoto politico-affaristico-mafioso che ha colpito e indebolito profondamente il nostro Paese.
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