Un team di ricercatori di Melbourne ha sviluppato in laboratorio cellule staminali simili a quelle umane. Tra 5 anni potrebbe iniziare la sperimentazione clinica sugli esseri umani, aprendo la strada a trapianti personalizzati che riducono il rischio di rigetto
I ricercatori australiani hanno fatto una scoperta che potrebbe rivoluzionare il trattamento delle leucemie, dei linfomi e di altre patologie legate al midollo osseo. Per la prima volta, sono riusciti a creare in laboratorio delle cellule staminali del sangue che sono quasi identiche a quelle presenti nel cordone ombelicale. Queste cellule possono produrre nuovi globuli rossi, globuli bianchi e piastrine nel corpo di chi ne ha bisogno, e possono essere trapiantate anche dopo essere state congelate.
Questa scoperta è particolarmente significativa perché potrebbe eliminare il rischio di rigetto, uno dei principali ostacoli nei trapianti di midollo osseo. Inoltre, le cellule possono essere conservate congelate, permettendo così di utilizzarle al momento opportuno, un grande vantaggio per la gestione dei trapianti.
Secondo quanto riportato da Fanpage.it, la sperimentazione è attualmente in fase preclinica e ha coinvolto topi da laboratorio. Gli esperimenti sui ratti hanno dato risultati molto promettenti. La professoressa Elizabeth Ng ha spiegato che, prima di questo studio, non era possibile sviluppare cellule staminali del sangue umane in laboratorio che potessero essere trapiantate in modelli animali con insufficienza del midollo osseo e produrre cellule del sangue sane. Grazie a questo nuovo metodo, è ora possibile creare cellule staminali del sangue trapiantabili che sono molto simili a quelle dell’embrione umano. Inoltre, queste cellule possono essere prodotte in quantità e purezza sufficienti per un uso clinico.
Lo scienziato Andrew Elefanty ha sottolineato l’importanza di questa scoperta per lo sviluppo di trattamenti personalizzati per diverse malattie del sangue, affrontando anche il problema della compatibilità, poiché non tutti i pazienti, soprattutto i bambini, riescono a trovare donatori perfettamente compatibili.
Sebbene i test sugli esseri umani siano ancora lontani, si stima che potrebbero iniziare entro cinque anni. Se le sperimentazioni continueranno ad avere successo, l’impatto sulla vita dei malati potrebbe essere estremamente positivo.