L’esercito turco sta accumulando truppe e mezzi militari attorno alla città di Kobane, situata nel nord della Siria, al confine con la Turchia. Questa situazione ha sollevato timori di un’imminente invasione da parte delle forze turche contro i curdi che abitano la zona. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’intervento degli Stati Uniti, che sostengono i curdi, avrebbe momentaneamente fermato l’operazione che sembrava imminente
L’esercito turco sta accumulando truppe e mezzi militari attorno alla città di Kobane, situata nel nord della Siria, al confine con la Turchia. Questa situazione ha sollevato timori di un’imminente invasione da parte delle forze turche contro i curdi che abitano la zona. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’intervento degli Stati Uniti, che sostengono i curdi, avrebbe momentaneamente fermato l’operazione che sembrava imminente.
Il 18 dicembre è entrato in vigore un cessate il fuoco tra le parti coinvolte, ma è difficile valutare quanto durerà questo accordo poiché in alcune aree i combattimenti continuano. La Turchia considera i curdi come terroristi e ha già dichiarato che non permetterà loro di mantenere un’autorità politica sul territorio. Ankara ha spiegato che il suo obiettivo è quello di creare una zona cuscinetto lungo il confine con la Siria.
Ilham Ahmed, funzionaria dell’amministrazione civile del Rojava, ha inviato una lettera riservata al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Nel documento, Ahmed ha affermato che l’obiettivo della Turchia sarebbe quello di “stabilire un controllo di fatto del nostro territorio” prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca. La lettera mette in evidenza che la Turchia intende creare una cintura di sicurezza larga 30 chilometri al confine con la Siria.
Grazie all’intervento degli Stati Uniti, è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco tra le milizie islamiche e le forze curde. Tuttavia, un funzionario turco ha smentito l’accordo, affermando che non è possibile intrattenere colloqui con soggetti considerati terroristi. Anche se l’accordo è stato raggiunto, gli scontri armati continuano. Le forze curde delle Forze Democratiche Siriane (SDF) e le milizie filo-turche si sono scambiate colpi di artiglieria pesante vicino all’area di Jisr Qarquzaq.
Inoltre, droni turchi hanno bombardato posizioni curde nel villaggio di Birkhat e in un sito nel villaggio di Khalidiya vicino al distretto di Ain Issa. Questi attacchi sono avvenuti mentre un convoglio militare delle forze russe si ritirava dalla zona. Gli Stati Uniti stanno cercando di evitare una fuga di massa di combattenti dell’ISIS dalle prigioni curde.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha incontrato Jens Plotner, consigliere per la politica estera e la sicurezza della Germania. Durante l’incontro, Sa’ar ha dichiarato: “La comunità internazionale ha un ruolo nella protezione delle minoranze in Siria, compresa la minoranza curda che è sotto attacchi e minacce in questi giorni”. Israele ha sostenuto le rivendicazioni curde per un’autorità politica nelle zone che amministrano.
A sud, sulle alture del Golan occupato, Israele sta espandendo le proprie operazioni militari e fortificando la propria presenza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato il Monte Hermon e ha spiegato che Israele intende stabilizzare e ampliare la propria zona cuscinetto con la Siria. Il governo israeliano sta anche sostenendo l’idea di un’autorità drusa sui territori siriani al confine con Israele.
I curdi hanno proposto la costruzione di una “Nuova Siria” basata su una confederazione democratica che rispetti tutte le minoranze presenti nel Paese. Questa proposta mira a mantenere l’unità del territorio accettando le differenze tra i vari gruppi etnici e religiosi. Tuttavia, sembra difficile che questa idea venga accolta da tutti gli attori coinvolti nella situazione siriana.