Il primo luglio segna un passaggio storico per Tim, con la nascita di Netco, la società della rete che Tim cede al fondo statunitense Kkr
Il primo luglio segna un passaggio storico per Tim, la principale compagnia telefonica italiana, con la nascita di Netco, la società della rete che Tim cede al fondo statunitense Kkr. Questo evento rappresenta la conclusione di un lungo processo di scorporo della rete, dopo anni di tentativi e progetti.
La rete di Tim è composta da una rete di accesso primaria, in rame e fibra ottica, che serve i cabinet sui marciapiedi delle città, e una rete di accesso secondaria, che dai cabinet arriva nelle singole abitazioni. La rete fissa di Tim copre circa l’89% delle case italiane e si estende per oltre 23 milioni di chilometri, rappresentando una componente fondamentale delle telecomunicazioni in Italia.
La decisione di Tim di vendere la rete è motivata dalla volontà di concentrarsi sui servizi di telefonia, internet e quelli più avanzati come il cloud e la distribuzione di contenuti attraverso la piattaforma Timvision. Inoltre, la vendita permetterà di ridurre il debito della compagnia, che grava sui piani di sviluppo sin dalla privatizzazione negli anni ’90. Con questa operazione, Tim ridurrà il suo debito di 14 miliardi di euro, portandolo a 1,6-1,7 volte l’Ebitda, e trasferirà circa 16 mila dipendenti alla nuova società.
Kkr ha valutato la rete di Tim fino a 22 miliardi di euro, inclusi circa 3 miliardi di earn-out legati a una potenziale futura combinazione con Open Fiber. Oltre a Kkr, partecipano al progetto il fondo infrastrutturale italiano F2i, il fondo sovrano di Abu Dhabi Adia e il Canada Pension Plan, che avranno rispettivamente quote del 10%, 20% e 17,5%.
Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, presta particolare attenzione a questa operazione, trattandosi di un asset strategico per il paese. La rete di telecomunicazioni è soggetta al “Golden power”, che consente al governo di bloccare o imporre condizioni a operazioni finanziarie che possono minacciare gli interessi nazionali. Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che l’obiettivo del governo è realizzare una rete nazionale a controllo pubblico che copra tutto il territorio, compresi i piccoli comuni e le zone svantaggiate.
Kkr è un fondo statunitense fondato nel 1976 a New York, che gestisce oltre 400 miliardi di dollari con un team di quasi 1.700 dipendenti e consulenti. Ha investito in oltre 160 società in settori come infrastrutture, energia, real estate e credito.
Vivendi, primo azionista di Tim con circa il 24% del capitale, si è opposto alla vendita della rete, sostenendo che il valore corretto per Netco sarebbe di 31 miliardi di euro. La società, legata alla famiglia Bolloré, ha avviato iniziative legali per contrastare la cessione della rete.
FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].
Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.