L’articolo dell’ex ministro degli Esteri Di Maio sulla guerra in Ucraina

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L'articolo dell'ex ministro degli Esteri Di Maio sulla guerra in Ucraina
10 GENNARIO 2022FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – L’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha pubblicato un articolo su Il Foglio per parlare della guerra in Ucraina.

Cosa ha detto

L’invasione russa dell’Ucraina, avvenuta quasi un anno fa, continua a causare tensioni tra le due parti. Mentre l’Ucraina si prepara per la controffensiva e migliora la sua capacità di abbattere i droni russi, la Russia sta inviando decine di migliaia di nuovi coscritti sul campo senza ottenere grandi successi. Secondo alcune fonti, l’opinione pubblica occidentale è divisa riguardo alla situazione, con alcuni che chiedono agli Stati Uniti di fermare il conflitto attraverso il supporto militare e l’altra parte che ritiene che la responsabilità sia solo delle classi dirigenti.

Tuttavia, si sottovaluta la forza della resistenza ucraina, che non è solo un movimento di establishment, ma prima di tutto un movimento di popolo. Anche se il presidente ucraino Zelensky dovesse decidere di arrendersi, è probabile che il popolo ucraino, l’esercito e i suoi generali non lo seguirebbero.

La guerra sta entrando in una fase molto drammatica, con la Russia che bombarda le infrastrutture civili ucraine con l’utilizzo di droni kamikaze, costringendo i milioni di ucraini a vivere con razionamenti di luce e acqua, senza riscaldamento e sotto le bombe. Nonostante questo, l’esodo previsto di milioni di civili ucraini non si è ancora verificato. Gli ucraini non chiedono di arrendersi ma di riprendersi la propria terra. Alcune fonti ritengono che questo potrebbe accadere già in primavera, ma dovranno fare i conti con i 300.000 coscritti che la Russia sta già inviando.

L’UNIONE EUROPEA

L’Ucraina sta attualmente attirando l’attenzione del dibattito mondiale per quanto riguarda la richiesta di essere riconosciuta come paese candidato all’Unione Europea. Questo passo cruciale è stato spesso sottovalutato da molti paesi europei, specialmente nei Balcani.

Il presidente ucraino Zelensky, mentre il paese era sotto attacco, ha chiesto un chiaro passo avanti da parte delle istituzioni europee. Dopo un iniziale esitazione, due iniziative importanti hanno sbloccato la situazione: innanzitutto, il Parlamento Europeo, guidato dalla presidente Roberta Metsola, ha approvato una risoluzione a grande maggioranza. In secondo luogo, l’iniziativa del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, che è stato inizialmente l’unico sostenitore del riconoscimento, ha permesso di risolvere le differenze con Macron e Scholz.

L’Unione Europea, sotto la guida della presidente von der Leyen e del presidente Michel, ha varato quasi 10 pacchetti di sanzioni, adottati anche da paesi notoriamente neutrali come la Svizzera, per far fronte alla crisi. Inoltre, l’Alto Rappresentante dell’UE, Josep Borrel, ha stravolto le regole della European Peace Facility per far fronte alla crisi. Infine, gli investimenti e il supporto umanitario per i paesi a maggior rischio, come la Moldavia, hanno spinto l’UE a cambiare le proprie politiche di vicinato.

L’ALLEANZA ATLANTICA

L’aggressione russa all’Ucraina ha messo in luce la necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia da parte degli alleati occidentali. In Italia, sotto la guida del governo Draghi, la dipendenza dal gas russo si è ridotta di circa tre quarti, con ulteriori riduzioni previste nei prossimi mesi. Anche la Germania ha preso misure significative per ridurre la propria dipendenza dalla Russia, tra cui la costruzione di sei rigassificatori per importare gas da altri paesi, la nazionalizzazione degli stoccaggi e un piano di investimenti massiccio di 100 miliardi di euro per aggiornare i propri sistemi di difesa.

La questione dei mancati investimenti nell’industria militare è stata inoltre posta in evidenza dall’aggressione russa. Gli stati dell’Alleanza Atlantica hanno iniziato a prendere provvedimenti per proteggere se stessi e i propri alleati, con la NATO che avvia la procedura di allargamento a Svezia e Finlandia. Questi sviluppi dimostrano come gli eventi geopolitici possono avere un impatto significativo sulla politica energetica e militare dei paesi e come sia importante per le nazioni avere piani di contingenza in caso di crisi.

LA CONTINUITÀ DELL’AZIONE POLITICA

La crisi del governo italiano del luglio 2022 aveva minacciato di mettere in pericolo le politiche a favore dell’Ucraina e di mitigare gli effetti economici della guerra in corso. Tuttavia, il nuovo governo ha deciso di continuare a sostenere l’Ucraina attraverso azioni politiche, finanziarie e militari. Il presidente Meloni e i ministri Tajani, Crosetto e Fitto hanno espresso la loro piena adesione a questa continuazione.

Il governo italiano ha anche ottenuto importanti successi nel settore energetico, con il “price cap” europeo che limita i prezzi del gas. Questo è stato un traguardo importante per combattere gli speculatori del Ttf di Amsterdam.

La prossima sfida per il governo italiano sarà quella di aiutare l’Ucraina a neutralizzare i droni russi di fabbricazione iraniana che stanno attaccando le centrali elettriche ucraine, causando privazioni di luce e acqua per milioni di civili. L’Ucraina ha migliorato la propria capacità di abbattere questi droni con il sistema antiaereo “Gepard” fornito dalla Germania, ma sono ancora troppo pochi per contrastare i 1.750 droni che l’Iran ha promesso di fornire alla Russia. L’Italia può fornire un importante contributo in questo senso, come richiesto dagli alleati.

Nonostante gli sforzi per ottenere una pace giusta, la situazione attuale tra Russia e Ucraina è ancora molto tesa. Tuttavia, piccoli passi avanti sono stati compiuti e la Turchia è stata un importante mediatore per raggiungere alcuni accordi tra le due parti. In particolare, l’accordo sull’export di grano dal Mar Nero e lo scambio di prigionieri sono stati ottenuti grazie alla mediazione turca.

In generale, gli eventi degli ultimi anni hanno chiarito la posizione della comunità internazionale riguardo alla crisi tra Ucraina e Russia. L’Ucraina ha insegnato molto alla comunità internazionale sulla situazione e su come gestirla. In questo senso, la crisi ucraina ha avuto un impatto significativo sulla comunità internazionale e i suoi alleati.

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