L’Agenzia delle Entrate invierà 3 milioni di lettere ai contribuenti per controlli fiscali

Nel 2025 l’Agenzia delle Entrate invierà 3 milioni di lettere ai contribuenti italiani. L’obiettivo è verificare eventuali irregolarità fiscali e invitare alla regolarizzazione spontanea

L’Agenzia delle Entrate invierà 3 milioni di lettere ai contribuenti per controlli fiscali

Nel 2025 l’Agenzia delle Entrate invierà 3 milioni di lettere ai contribuenti italiani. L’obiettivo è verificare eventuali irregolarità fiscali e invitare alla regolarizzazione spontanea. Queste lettere rientrano in una campagna di controlli mirati a favorire la compliance, ossia il rispetto delle regole fiscali senza ricorrere a procedimenti sanzionatori immediati.

Cosa sono le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate?

Le lettere di compliance rappresentano uno strumento preventivo dell’Agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale. Non sono avvisi di accertamento né sanzioni, ma semplicemente comunicazioni che segnalano possibili errori o omissioni nelle dichiarazioni fiscali.

Il loro scopo è invitare i contribuenti a verificare e, se necessario, regolarizzare la propria posizione fiscale. Negli ultimi anni, il Fisco ha adottato un approccio più collaborativo, utilizzando queste lettere come opportunità per risolvere eventuali anomalie senza avviare procedimenti più complessi e onerosi.

Lettere di compliance 2025: le aree di intervento principali

L’Agenzia delle Entrate si concentrerà su cinque fronti principali:

  • Omesse comunicazioni IVA: Saranno controllate le liquidazioni periodiche IVA, in particolare per coloro che emettono fatture elettroniche o registrano corrispettivi telematici. Se vengono rilevate omissioni, i contribuenti riceveranno una lettera con l’invito a correggere la dichiarazione dei redditi.
  • Omesse o infedeli dichiarazioni: Le verifiche riguarderanno le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche, cercando incongruenze o omissioni rispetto ai dati effettivi.
  • Anomalie nei dati ISA: Gli Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA) saranno utilizzati per individuare anomalie o discrepanze nelle dichiarazioni.
  • Incongruenze tra pagamenti e dichiarazioni: Per i titolari di partita IVA, i pagamenti elettronici ricevuti verranno confrontati con i corrispettivi dichiarati, al fine di rilevare eventuali evasioni.
  • Omesse dichiarazioni dei redditi: I lavoratori dipendenti e i proprietari di immobili in affitto che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi riceveranno un richiamo, con la possibilità di mettersi in regola entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria.
Come difendersi dalle lettere dell’Agenzia delle Entrate?

Se si riceve una lettera di compliance, è importante agire tempestivamente seguendo alcuni passi:

  • Non allarmarsi: La lettera non è una sanzione, ma un invito a collaborare. C’è tempo per verificare e correggere eventuali errori.
  • Leggere attentamente la lettera: Bisogna capire quali sono le anomalie segnalate e quali sono i termini indicati per regolarizzare la propria posizione.
  • Verificare la dichiarazione fiscale: Con l’aiuto di un commercialista o un esperto, è necessario controllare la correttezza della propria dichiarazione. Se si ritiene che l’errore sia dell’Agenzia delle Entrate, sarà necessario fornire prove che dimostrino la regolarità della posizione fiscale.
  • Preparare la documentazione: È fondamentale raccogliere tutti i documenti utili per chiarire la situazione e inviarli all’Agenzia delle Entrate, se richiesto.
  • Contattare l’Agenzia delle Entrate: Per eventuali dubbi o chiarimenti, è possibile utilizzare il Cassetto Fiscale o il servizio telefonico dell’Agenzia.
  • Valutare il ravvedimento operoso: Se si è commesso un errore, il ravvedimento operoso consente di regolarizzarsi pagando l’imposta dovuta entro un anno con una sanzione ridotta.
Le lettere di compliance sono obbligatorie?

No, l’Agenzia delle Entrate non è obbligata a inviare una lettera di compliance prima di avviare un accertamento fiscale. Tuttavia, grazie alla recente riforma fiscale, l’istituto del contraddittorio preventivo è stato rafforzato. Prima di un accertamento vero e proprio, il contribuente sarà comunque convocato per fornire spiegazioni o documenti.

Cosa succede se non si risponde?

Ignorare una lettera di compliance non è mai consigliabile. Se non si risponde né si regolarizza la propria posizione, l’Agenzia delle Entrate potrebbe avviare un accertamento fiscale. In questo caso, le sanzioni sarebbero più gravi e i costi per il contribuente decisamente più alti.

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