La speleologa Ottavia Piana è stata portata fuori dalla grotta nella notte tra il 17 e il 18 dicembre. La donna, di 32 anni, era rimasta bloccata nell’Abisso Bueno Fonteno, in provincia di Bergamo, dopo una caduta avvenuta sabato pomeriggio. I soccorritori hanno impiegato poco più di tre giorni per percorrere circa quattro chilometri di cunicoli e meandri per raggiungerla
La speleologa Ottavia Piana è stata portata fuori dalla grotta nella notte tra il 17 e il 18 dicembre. La donna, di 32 anni, era rimasta bloccata nell’Abisso Bueno Fonteno, in provincia di Bergamo, dopo una caduta avvenuta sabato pomeriggio. L’annuncio del suo recupero è stato dato dal Soccorso alpino. I soccorritori hanno impiegato poco più di tre giorni per percorrere circa quattro chilometri di cunicoli e meandri per raggiungerla.
Durante l’operazione di soccorso, i volontari hanno potuto accelerare il passo nell’ultimo tratto, seguendo anche i suggerimenti dei medici che dovranno ora valutare le condizioni di salute di Ottavia Piana. La speleologa ha riportato traumi alle vertebre e al costato, fratture alle ossa facciali e a un ginocchio. Dopo essere stata estratta dalla grotta, è stata immediatamente trasferita in elicottero all’ospedale di Bergamo.
Le operazioni di soccorso sono durate ininterrottamente per 75 ore e sono state complesse sia per le condizioni di salute della speleologa sia per il rischio di crolli all’interno della grotta. Poco dopo le tre del mattino di mercoledì 18 dicembre, i volontari del soccorso alpino e speleologico sono usciti dalla grotta Bueno Fonteno insieme a Ottavia Piana. Il recupero è avvenuto dopo che la donna era stata colpita da una caduta all’interno del vasto sistema di grotte e gallerie sotterranee tra la val Cavallina e il lago d’Iseo.
Martedì mattina, i responsabili dei soccorsi avevano ipotizzato che Ottavia Piana potesse essere portata fuori tra mercoledì sera e le prime ore di giovedì. Tuttavia, l’ultimo tratto è stato percorso più rapidamente del previsto grazie al lavoro dei soccorritori, che negli ultimi giorni avevano allargato i passaggi più stretti con l’aiuto di trapani a batteria e piccole cariche esplosive.
In condizioni normali, ci sarebbero volute circa quattro ore per raggiungere l’uscita dal punto in cui Piana è caduta. In questo caso, è stato imposto un rigido programma di trasporto della barella per evitare di affaticare troppo i soccorritori e la stessa Ottavia Piana: a ogni ora e mezza di trasporto seguiva un’ora di riposo.
Ottavia Piana è un’esperta speleologa del CAI (Club Alpino Italiano) di Lovere. Sabato stava partecipando a una delle tante spedizioni organizzate per esplorare e mappare l’Abisso Bueno Fonteno. Era insieme ad altri nove compagni in un tratto inesplorato della grotta, a quasi 600 metri di profondità. Mentre stava risalendo una forra – una parete quasi verticale dove scorre dell’acqua – è caduta all’indietro per circa sei metri, procurandosi traumi alle gambe, al torace e al viso.
I compagni di spedizione hanno riferito che la caduta è stata causata dal crollo di una porzione di roccia e che Ottavia Piana non ha agito in modo imprudente. La speleologa aveva già avuto un incidente simile un anno fa nella stessa grotta, quando era stata recuperata dopo circa due giorni.
Durante l’intera operazione di recupero, Ottavia Piana è stata trasportata in barella a causa dei traumi subiti nella caduta. Le sue condizioni sono state sempre descritte come “stabili”, anche se dentro la grotta non è stato possibile effettuare accertamenti medici approfonditi. È stata assistita da sei medici e otto infermieri del soccorso alpino e speleologico, ai quali sono stati somministrati antidolorifici per limitare il dolore.
In totale, sono intervenuti 159 tecnici volontari provenienti da diverse regioni italiane, tra cui Lombardia, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria e Veneto. Sono state formate sette squadre da dodici persone ciascuna che si sono alternate con turni da quindici ore per soccorrere Ottavia Piana e trasportarla in sicurezza fuori dalla grotta Bueno Fonteno.