LEGGO – La Gen Z soffre di “telefonofobia”

Nonostante siano sempre con lo smartphone in mano, i giovani della Generazione Z, e in misura minore i Millennial, evitano di rispondere alle chiamate. Quando compare un numero sullo schermo, provano ansia e preferiscono ignorare la chiamata, inventando scuse per giustificare la mancata risposta, di solito tramite messaggi o email.

Secondo il Wall Street Journal, molti manager più anziani non sono soddisfatti degli attuali mezzi di comunicazione come Zoom, Slack, Teams, Telegram e Whatsapp. Vorrebbero riportare in auge le telefonate, vedendole come un’occasione per distogliere lo sguardo dallo schermo. Bill Cox, vicepresidente del reparto marketing aziendale di Lyra Health, esprime la sua frustrazione per il peso cognitivo che comporta lavorare su schermi pieni di riquadri e chat. Tuttavia, il suo tentativo di reintrodurre le chiamate non ha avuto successo, poiché il suo team continua a inviargli messaggi vocali su Slack.

La paura delle telefonate, o telefonofobia, è tanto diffusa tra i più giovani da avere una vera e propria denominazione. Per evitare di rispondere, alcuni lasciano il proprio smartphone in modalità “non disturbare” per tutta la giornata, mentre sui social si moltiplicano meme e riflessioni che suggeriscono di comunicare via email. L’ansia diventa terrore quando la chiamata è inaspettata. Riley Young, una 26enne, ascolta sempre una canzone di Nicki Minaj per prepararsi a una telefonata, temendo di dire la cosa sbagliata o fraintendere senza vedere le espressioni facciali degli interlocutori.

Molti dirigenti preferiscono ancora le telefonate. Scott Eastin, 56 anni, ha notato che i potenziali nuovi dipendenti spesso non rispondono alle chiamate per opportunità di lavoro, costringendolo a utilizzare app per comunicare tramite messaggi. Chi risponde al telefono ha più probabilità di ottenere il lavoro: “Preferisco un candidato meno competente ma che parla al telefono”.

La situazione è così critica che in alcuni casi si ricorre a figure professionali specializzate nella gestione della telefonofobia, come Mary Jane Copps, nota come “La donna del telefono”, che offre i suoi servizi a tariffe elevate: 3.000 dollari al giorno per sessioni con i dipendenti e 195 dollari l’ora per sessioni individuali.