La crisi energetica in Iran ha portato alla chiusura di molte industrie

L’Iran sta affrontando una crisi energetica che ha portato alla chiusura di molte industrie, dopo la sospensione delle attività di scuole e uffici. Questa situazione è causata dalla carenza di gas naturale ed elettricità, nonostante il Paese possieda alcune delle maggiori riserve di gas al mondo

L’Iran sta affrontando una crisi energetica che ha portato alla chiusura di molte industrie, dopo la sospensione delle attività di scuole e uffici. Questa situazione è causata dalla carenza di gas naturale ed elettricità, nonostante il Paese possieda alcune delle maggiori riserve di gas al mondo.

Attualmente, molte fabbriche e uffici governativi in diverse città iraniane sono chiusi o operano con orari ridotti. Le scuole hanno iniziato a utilizzare l’insegnamento a distanza. Il freddo invernale ha aggravato la situazione, aumentando la domanda di energia proprio quando le forniture sono scarse.

L’Iran, un Paese ricco di petrolio, si trova in questa difficile posizione a causa delle sanzioni internazionali che hanno limitato gli investimenti nelle infrastrutture energetiche. Le interruzioni di corrente sono diventate comuni, sia nelle aree industriali che in quelle residenziali. Questo ha portato a problemi economici e sociali per la popolazione.

Il Presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha fatto un appello alla popolazione affinché abbassi i termostati di 2°C per risparmiare energia. Anche il ministro dell’Energia Abbas Aliabadi ha invitato i cittadini a ridurre il consumo di carburante per garantire più combustibile alle centrali elettriche e minimizzare i problemi di approvvigionamento energetico.

A dicembre, le autorità hanno sospeso tutti i livelli di istruzione in diverse province del Paese. Il 17 dicembre, il vicepresidente iraniano per gli Affari Esecutivi Mohammad Jaafar Ghaempanah ha dichiarato che molte fabbriche e officine in alcune zone industriali hanno dovuto interrompere le attività a causa della mancanza di gas naturale. Ha spiegato che il Paese aveva richiesto 945 milioni di metri cubi di gas, ma ne sono stati prodotti solo 840 milioni.

Secondo Tejaratnews, la maggior parte dell’elettricità dell’Iran proviene da centrali termiche che utilizzano gas naturale. Questo porta a un deficit di circa 15.000 megawatt durante i picchi di domanda. Circa il 94% dell’elettricità iraniana è generata da combustibili fossili. In confronto, a livello globale, la quota di energia eolica e solare è pari a circa il 13%, mentre quella dell’Iran è solo dello 0,6%.

La dipendenza dal gas naturale, insieme alla mancanza di progressi tecnologici e alle infrastrutture obsolete, ostacola lo sviluppo delle energie rinnovabili nel Paese. Questo porta a perdite energetiche e danneggia l’economia nazionale. L’inefficienza energetica comporta costi più elevati e rende la rete elettrica poco affidabile. Le stime indicano che le interruzioni di corrente potrebbero costare all’economia iraniana tra i 5 e gli 8 miliardi di dollari all’anno.

L’Iran ha l’obiettivo di aumentare la sua capacità di energia rinnovabile a circa 30 gigawatt entro il 2030, puntando a espandere l’uso delle fonti energetiche pulite come l’energia solare e eolica. Tuttavia, le difficoltà finanziarie e le sanzioni economiche stanno limitando gli investimenti stranieri e lo sviluppo delle tecnologie avanzate nel settore energetico.

Nonostante l’Iran disponga della seconda maggiore riserva di gas naturale al mondo, con circa 34 mila miliardi di metri cubi, deve affrontare una situazione in cui le scuole rimangono fredde e le industrie sono ferme. Secondo la US Energy Information Administration, la Russia detiene le riserve più grandi al mondo, pari a circa 47 mila miliardi di metri cubi.