La Commissione europea approva aiuti all’Italia da 9,7 miliardi di euro per la produzione di energia elettrica rinnovabile e la promozione della transizione energetica

La Commissione europea ha approvato un regime di aiuti di Stato per l’Italia, con una dotazione stimata di 9,7 miliardi di euro. Questi fondi sono destinati a sostenere la produzione di energia elettrica rinnovabile e a promuovere la transizione energetica verso un’economia a zero emissioni nette. I fondi saranno utilizzati per la costruzione di nuovi impianti che utilizzeranno fonti rinnovabili, in particolare l’eolico onshore, il solare fotovoltaico, l’idroelettrico e il gas residuati dai processi di depurazione

La Commissione europea ha approvato un regime di aiuti di Stato per l’Italia, con una dotazione stimata di 9,7 miliardi di euro. Questi fondi sono destinati a sostenere la produzione di energia elettrica rinnovabile e a promuovere la transizione energetica verso un’economia a zero emissioni nette. La misura è stata adottata nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato.

I fondi saranno utilizzati per la costruzione di nuovi impianti che utilizzeranno fonti rinnovabili, in particolare l’eolico onshore, il solare fotovoltaico, l’idroelettrico e il gas residuati dai processi di depurazione. Secondo le stime, questi impianti immetteranno nella rete elettrica un totale di 17,65 gigawatt (GW) di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Gli impianti dovranno entrare in funzione entro 36 mesi dalla data in cui verranno concessi gli aiuti.

Il regime di aiuti prevede che i fondi siano concessi attraverso una procedura di gara trasparente e non discriminatoria. I beneficiari presenteranno un’offerta relativa alla tariffa incentivante necessaria per realizzare ciascun progetto. L’aiuto assumerà la forma di pagamento variabile, attraverso un contratto bidirezionale per differenza per ogni kilowattora (kWh) di energia elettrica prodotta e immessa nella rete. La tariffa incentivante sarà versata su un periodo di 20 anni.

In situazioni in cui gli impianti devono ridurre la produzione a causa di ordini di spedizione o nel caso in cui i prezzi dell’energia elettrica siano nulli o negativi sul mercato del giorno prima, la tariffa incentivante sarà concessa per la produzione potenziale piuttosto che per quella effettiva. Il contratto bidirezionale per differenza sosterrà solo il 95% dell’energia elettrica prodotta da ciascun beneficiario, lasciando il restante 5% esposto al rischio di mercato.

Gli impianti con capacità inferiore a 1 megawatt potranno accedere direttamente al sistema. In questo caso, il prezzo d’esercizio sarà fissato dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA). L’importo dell’aiuto sarà calcolato confrontando il prezzo d’esercizio con il prezzo di mercato dell’energia elettrica. Quando il prezzo d’esercizio supera il prezzo di mercato, la differenza verrà versata dallo Stato italiano al beneficiario in aggiunta al prezzo di mercato. Se invece il prezzo di riferimento è superiore al prezzo d’esercizio, i beneficiari dovranno versare la differenza alle autorità italiane.

La Commissione ha verificato che il regime italiano rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione. In particolare, l’aiuto sarà concesso in base a un regime che comprende stime di volume e dotazione, mentre l’importo dell’aiuto sarà determinato mediante una procedura competitiva aperta e trasparente. La Commissione ha concluso che questo regime è necessario e adeguato per accelerare la transizione verde e facilitare lo sviluppo delle attività economiche importanti per l’attuazione del piano industriale del Green Deal europeo.