Inchiesta sui dati rubati: trovato un archivio segreto con dossier su Berlusconi, Andreotti e la mappa di tutti i clan mafiosi

Durante le indagini sui dati rubati è stato scoperto un archivio segreto. Tra i dossier, Silvio Berlusconi e Giulio Andreotti, associati a documenti che suggeriscono legami con clan mafiosi

Inchiesta sui dati rubati: trovato un archivio segreto con dossier su Berlusconi, Andreotti e la mappa di tutti i clan mafiosi

L’inchiesta sui dati rubati sta sollevando forti preoccupazioni sulla sicurezza dei dati riservati posseduti da ex ufficiali di polizia. Durante le indagini condotte dalla Direzione investigativa antimafia (DIA), è stato scoperto un archivio segreto nascosto in un ufficio situato in via Pattari, vicino al Duomo di Milano. Tra i dossier, compaiono nomi illustri come Silvio Berlusconi e Giulio Andreotti, associati a documenti che suggeriscono legami con clan mafiosi, alimentando il timore di un potenziale abuso di queste informazioni.

Un vasto archivio di dossier segreti, conservato nell’ufficio di via Pattari, è stato scoperto nel corso dell’indagine sulla società Equalize. Al centro di questa inchiesta c’è Carmine Gallo, ex ispettore della Criminalpol, che avrebbe conservato migliaia di file riservati. Tra questi: documenti confidenziali, foto segnaletiche, alberi genealogici di famiglie mafiose calabresi e verbali di collaboratori di giustizia. Gli investigatori hanno rilevato che Gallo possedeva una “mappa” dettagliata dei clan ‘ndranghetisti, con informazioni raccolte anche in Australia e nel Sud-est asiatico.

Il metodo di Carmine Gallo

Carmine Gallo, durante la sua carriera investigativa, utilizzava un metodo meticoloso e strategico per raccogliere documenti, come riportato da Quotidiano.net. Le sue operazioni in Calabria seguivano un approccio astuto: sfruttava la distrazione degli impiegati comunali per ottenere informazioni riservate senza supervisione. «Andatevi a bere un caffè, ci vediamo tra mezz’ora», diceva, per poi chiudere le porte e procedere a fotografare e fotocopiare documenti cruciali.

Questo metodo evidenziava la sua abilità nel manipolare le situazioni e la consapevolezza del valore delle informazioni riservate. Migliaia di schede e dossier, ora sequestrati dai carabinieri nell’inchiesta sulle cyber-spie della Equalize, costituiscono un vero e proprio “romanzo criminale” che svela un intreccio di potere, corruzione e segreti che attraversano la storia italiana. Gallo aveva compreso che i dati, in quanto merce preziosa, potevano offrire un controllo significativo su eventi e persone, trasformandosi in strumenti di ricatto e manipolazione.

Nei dossier i nomi di Berlusconi e Andreotti

L’archivio di Gallo non conteneva solo informazioni sui clan mafiosi, ma anche materiale compromettente su politici e personaggi di rilievo, tra cui Silvio Berlusconi. Nunzio Samuele Calamucci, collaboratore di Gallo e co-fondatore di una “fabbrica di dossieraggio”, ha dichiarato di possedere materiale su Berlusconi, incluso un “video di Ruby” definito come un «potente strumento di ricatto». Inoltre, sono emerse informazioni su Giulio Andreotti: «Abbiamo parti dell’archivio di Andreotti (…) una cantina grande quanto il Duomo di Milano», ha raccontato Calamucci.

Tra i documenti sono stati rinvenuti anche dettagli sui vertici delle Brigate Rosse e su un incontro tra Marco Mancini e l’ex premier Matteo Renzi.

Una mappa dei clan mafiosi

L’inchiesta ha svelato un’enorme quantità di dati, tra cui una “mappa delle famiglie calabresi” in Germania, creata da Gallo durante le indagini sulla faida di Duisburg del 2007. L’ex ispettore ha accumulato tali informazioni in anni di operazioni sul campo, arrivando a possedere dettagli su clan come la Sacra Corona Unita e la camorra. «Abbiamo un archivio infinito, questa è la Sacra corona e anche la camorra», affermano i dossier. Sono citati anche boss come Riina e Provenzano, insieme ai nomi di Matteo Messina Denaro e Pablo Escobar.

Quanto costa comprare le informazioni del dossier

Equalize offriva ai clienti la possibilità di comporre dossier completi su singole persone, con tariffe che arrivavano fino a 15.000 euro per i clienti più esigenti. Nell’archivio erano presenti migliaia di schede personali e dettagli sulle operazioni criminali in vari continenti, frutto di anni di attività investigativa.

La rete di presunte cyber-spie e il progetto “Safe Harbour”

La rete di cyber-spie presunta, guidata tecnologicamente da Nunzio Samuele Calamucci, aveva un progetto chiamato “Safe Harbour” (Porto Sicuro), con l’obiettivo di creare una società schermo per “ragioni di sicurezza” e protezione in caso di accertamenti e indagini. Come riportato negli atti dell’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano e della Direzione Nazionale Antimafia (DNA), il progetto, attuato a maggio, nasce per “agevolare le attività criminose” della rete intorno a Equalize. La società ‘Safe Harbour’ è stata registrata a Reggio Emilia presso la residenza di Giulio Cornelli, un giovane hacker del gruppo attualmente ai domiciliari, che ha dichiarato al giudice che intende “chiarire tutto”. La società ha un capitale sociale modesto di 500 euro.

Secondo gli investigatori, l’operazione di creazione della società avrebbe permesso al gruppo non solo di trasferire risorse dalle società principali, ma anche di spostare fuori da via Pattari l’intera gestione dei report e della piattaforma “Beyond”. Quest’ultima operazione era necessaria “per la sicurezza del gruppo” dato che utilizzavano dati estratti illegalmente dalle banche dati nazionali.

L’attività, composta da innumerevoli report illegali venduti a clienti vari, comprendeva anche depistaggi e “creazione di finte prove a suo favore”. Le indagini rivelano che Equalize, amministrata da Carmine Gallo ma formalmente di proprietà di Enrico Pazzali, avrebbe avuto circa 400 clienti dal 2022 al 2024. Tra questi, si annoverano studi legali di prestigio, grandi aziende come Esselunga e Brt-Bartolini, a cui fornivano una “quantità di report necessaria alla difesa”, come ha affermato Calamucci. Questi report, elaborati con dati ottenuti illegalmente, risultavano apparentemente leciti e sono stati al centro di attività di ricerca di nuovi uffici, anche a Londra.

In una conversazione telefonica intercettata il 5 settembre, Calamucci si vantava con Gallo e Pazzali dell’evoluzione dell’azienda. “Stiamo facendo la trasformazione da Ikea a boutique eh… stiamo diventando boutique”, ha dichiarato. Pazzali, scherzando, ha risposto: “Ma tu parli della nostra azienda?”. Gallo conferma con un “sì certo”. Pazzali continua: “certo perché noi siamo partiti come Ikea, come ti permetti? Cioè… (ride)”.

Dai documenti dell’inchiesta, emerge che Pazzali viaggiava su un’auto con autista e una “paletta con stemma della Repubblica e la dicitura Prefettura di Milano”, elemento che, secondo gli investigatori, evidenzia come l’attività di Equalize cercasse un’apparenza istituzionale. Gli inquirenti sottolineano infatti che “l’istituzionalizzazione delle attività di Equalize passa anche dall’accostamento del suo Presidente” a enti e organizzazioni dello Stato.

La figura di Marco Mancini, ex dirigente dei servizi segreti, emerge in diversi punti dell’inchiesta. Calamucci si riferisce a lui come a un membro della “squadra Fiore”, una sorta di centrale di dossieraggio operativa a Roma e composta da almeno cinque ex membri delle forze di polizia. Su questo gruppo sta ora indagando la Procura di Roma.

Vincenzo De Marzio, ex carabiniere e anche lui indagato, ha dichiarato che Mancini lo avrebbe minacciato di morte. Tuttavia, l’avvocato di Mancini, Luca Lauri, ha rilasciato una nota in cui afferma che tali accuse “non hanno il benché minimo fondamento”. La nota prosegue spiegando che “il Dott. Mancini non conosce né ha mai avuto rapporti con Nunzio Calamucci e Carmine Gallo, che nelle intercettazioni riportate dalla stampa parlano di lui, riferendo un coacervo di dati non corrispondenti al vero probabilmente per cercare di accreditarsi tra loro e verso soggetti che le attente indagini della Procura di Milano non mancheranno di individuare”.

L’avvocato Lauri continua definendo “fantasiose” le dichiarazioni di De Marzio, aggiungendo che Mancini “tutelerà in ogni sede la sua reputazione, fiducioso che l’attività degli Inquirenti non potrà che disvelare la sua qualità di persona offesa”.

L'informazione è di parte! Ci sono giornali progressisti e giornali conservatori. La stessa notizia ti viene raccontata in modo diverso. Se cerchi un sito che ti spieghi le cose con semplicità, e soprattutto con imparzialità, allora questo è il posto giusto per te. Cerchiamo notizie e fatti social del momento e li rimettiamo in circolo, senza giri di parole e senza influenzarti con le nostre opinioni.

FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].

Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.
Potrebbero interessarti anche questi articoli: