In cosa consiste il “Piano Strutturale di medio termine 2025 – 2029” approvato dal governo

Il governo ha presentato il Piano Strutturale di medio termine 2025 – 2029, un documento che delinea come intende gestire le risorse finanziarie nei prossimi anni

In cosa consiste il Piano Strutturale di medio termine 2025 – 2029 approvato dal governo

Il governo ha presentato il Piano Strutturale di medio termine 2025 – 2029, un documento che delinea come intende gestire le risorse finanziarie nei prossimi anni. Questo piano è stato illustrato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, davanti all’Aula di Montecitorio, dove ha ricevuto l’approvazione con 183 voti. La presentazione è avvenuta anche di fronte alle commissioni di Bilancio di Camera e Senato riunite in seduta congiunta.

Giorgetti ha evidenziato che il rapporto tra l’indebitamento netto e il PIL scenderà più rapidamente, con l’obiettivo di portare l’Italia fuori dalla procedura di deficit eccessivo aperta dall’Unione Europea entro il 2027. Ha specificato che questo comporterà una spesa annuale pari all’1,5%, in linea con i parametri stabiliti dalla Commissione Europea.

Giorgetti ha sottolineato l’importanza della prudenza e della responsabilità, affermando: “Non sono un disco rotto quando ripeto come un mantra l’importanza della prudenza e della responsabilità, dal momento che voglio costruire una credibilità per la nostra compagine.” Ha anche menzionato le incertezze legate alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, avvertendo che queste potrebbero avere conseguenze negative sui mercati.

Il ministro ha descritto come saranno utilizzati i fondi nella prossima Manovra. I finanziamenti stanziati da Palazzo Chigi permetteranno l’accorpamento delle aliquote IRPEF in tre scaglioni, il rafforzamento della sanità e il rinnovo dei contratti pubblici per i prossimi due anni.

Sono previsti interventi a favore della natalità e delle famiglie numerose. Giorgetti ha affermato: “Il loro potere di acquisto aumenta, ma si traduce in risparmio e non in consumi”, sottolineando che questo atteggiamento conservativo deve cessare poiché influisce negativamente sul sistema economico.

Il piano prevede anche misure per incentivare l’occupazione, rendendo permanenti i benefici derivanti dal taglio del cuneo fiscale, un indicatore che misura l’impatto della tassazione sul reddito dei lavoratori. Tuttavia, la crescita complessiva dell’Italia per il 2024 è stata corretta al ribasso, rendendo più difficile raggiungere l’obiettivo del 1% di crescita del PIL reale rispetto al 2023.

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