Il tribunale di seconda istanza ungherese ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati di Ilaria Salis, consentendole di uscire dal carcere dopo 15 mesi e di scontare la pena agli arresti domiciliari a Budapest. Salis è accusata di lesioni aggravate nei confronti di due individui appartenenti a un movimento neonazista, con l’aggravante dell’appartenenza a un’organizzazione antifascista, rischiando fino a 24 anni di reclusione.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha espresso soddisfazione per la notizia dei domiciliari concessi a Ilaria Salis, durante un question time alla Camera.
La decisione dei giudici ungheresi di concedere gli arresti domiciliari apre la possibilità per Salis di tornare in Italia. Le autorità italiane, stando a fonti di governo, potrebbero richiedere alla controparte ungherese la documentazione necessaria e trasmetterla all’autorità giudiziaria competente per il riconoscimento e l’esecuzione della misura in Italia, in base alla legge quadro del Consiglio europeo del 2009 sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare. Tuttavia, vi è una giurisprudenza non univoca riguardo a questa norma, poiché la misura applicata a Salis è cautelare e non conseguente a una condanna definitiva.