ILMESSAGGERO – Il web come la droga: azzera la lucidità del nostro cervello

Un recente rapporto sulle dipendenze ha rivelato che il 14% dei giovani passa tanto tempo online da rischiare un calo delle capacità cognitive. Durante la giornata mondiale della lotta alle droghe, si è sottolineato come l’uso eccessivo del web stia diventando una delle dipendenze più diffuse. Save the Children ha riportato che il 40% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni passa la maggior parte della giornata sui social, sostituendo spesso il contatto fisico con quello virtuale.

Il meccanismo che rende il web così pervasivo è che l’accesso è gratuito e sempre disponibile, e la dopamina, la sostanza che genera piacere, è prodotta dal nostro cervello. Secondo la relazione del Dipartimento per le Politiche Antidroga, nel 2023 in Italia oltre 330.000 studenti hanno utilizzato il web in modo rischioso, trascurando amici e sonno. Alcuni casi estremi includono suicidi, tentati suicidi e atti di autolesionismo legati a sfide sui social.

Circa il 45% dei giovani ha subito cyberbullismo, con una prevalenza tra le ragazze che usano Instagram e TikTok, assorbendo modelli di bellezza dannosi. Anche il gioco d’azzardo è in aumento, con il 53% degli studenti coinvolti nell’ultimo anno. Preoccupa anche il fenomeno degli Hikikomori: 49.000 studenti si sono isolati per oltre sei mesi, evitando scuola e amici. Questo isolamento spesso nasconde fragilità e difficoltà ad affrontare la vita reale.

Le conseguenze della dipendenza da web includono un calo delle capacità cognitive, rendimento scolastico scarso, depressione, disturbi del sonno e senso di inadeguatezza. In Europa, 9 milioni di adolescenti soffrono di problemi di salute mentale, con il suicidio tra le principali cause di morte tra i 15 e i 19 anni. Nel 2023, l’ospedale Bambino Gesù ha registrato 1.800 accessi per disturbi mentali e circa 400 per tentato suicidio o ideazione suicidaria, principalmente tra le ragazze. Secondo il Journal of American Medical Association, con la diffusione di smartphone e social media, le tendenze suicide e l’autolesionismo sono aumentati del 163%.

Riconoscere i primi segni di dipendenza e intervenire precocemente è fondamentale. È importante parlare e ascoltare i giovani, spiegando che lo schermo e la tastiera non proteggono dai pericoli del mondo. È essenziale promuovere attività che favoriscano la socialità, come sport e musica, e ripensare il ruolo delle scuole come luoghi aperti ai giovani. Inoltre, è necessario stabilire regole rigide sull’uso dei social: il 66,9% dei minori afferma di non avere supervisione sul loro utilizzo. Una soluzione potrebbe essere fornire ai figli fino ai 14 anni vecchi cellulari, che costano poco e non permettono l’accesso ai social.