Il governo sta lavorando a una nuova riforma delle pensioni prevista per il 2025

Il governo sta lavorando a una nuova riforma delle pensioni che potrebbe rappresentare il primo cambiamento dal 2011, quando la riforma Fornero stabilì le attuali regole per l’accesso alla pensione

Il governo sta lavorando a una nuova riforma delle pensioni prevista per il 2025

Il governo sta lavorando a una nuova riforma delle pensioni prevista per il 2025, che potrebbe rappresentare il primo cambiamento dal 2011, quando la riforma Fornero, approvata durante la crisi economica sotto il governo tecnico di Mario Monti, stabilì le attuali regole per l’accesso alla pensione.

Secondo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, l’obiettivo è introdurre una modifica strutturale e duratura nel sistema pensionistico, superando le riforme temporanee degli ultimi anni, come Quota 100 (in vigore dal 2019 al 2021), Quota 102 (nel 2022) e Quota 103 (per il 2023 e 2024).

La nuova riforma, se confermata, dovrebbe includere la proposta di Quota 41 per tutti, che comporterebbe una revisione delle attuali regole per l’accesso alla pensione anticipata, modificando quanto stabilito dalla riforma del 2011.

Riforma strutturale delle pensioni

Il governo, con l’obiettivo di attuare una riforma delle pensioni per il 2025, sta pianificando un intervento che sia complessivo e strutturale, come dichiarato dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Questa riforma non si limiterà solo alle regole di accesso alla pensione, ma interesserà diversi aspetti del sistema previdenziale. Tra le proposte in discussione, vi è l’introduzione di un obbligo che prevede che una parte del Tfr maturato dal lavoratore venga destinata a un fondo per la pensione complementare, garantendo così un secondo assegno aggiuntivo a quello erogato dall’Inps.

Sul fronte della flessibilità pensionistica, Durigon ha confermato il mantenimento di Opzione Donna e dell’Ape Sociale, due misure che non sono mai state messe in discussione. Inoltre, il governo intende trovare una soluzione per Quota 41, considerata una delle priorità di questa legislatura.

Quota 41 per tutti (e per sempre)

Il governo sta nuovamente valutando l’introduzione di “Quota 41 per tutti”, una misura che potrebbe modificare significativamente i requisiti per accedere alla pensione anticipata. Attualmente, per ottenere la pensione anticipata, i lavoratori devono aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre per le lavoratrici è richiesto un anno in meno. Esiste un’eccezione per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno accumulato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni e che appartengono a categorie particolarmente vulnerabili, come disoccupati, invalidi, caregiver e lavoratori impegnati in mansioni gravose: questi possono accedere alla pensione con 41 anni di contributi.

Età anagrafica

Il governo sta cercando di introdurre la possibilità per tutti i lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. L’obiettivo è rendere il sistema pensionistico più flessibile, offrendo una soluzione a chi ha accumulato molti anni di lavoro. La Lega, in particolare, sta spingendo per l’adozione di Quota 41 come parte di una riforma pensionistica più ampia, che rappresenterebbe il primo cambiamento significativo dai tempi della riforma Fornero. Tuttavia, l’attuazione di Quota 41 non sarà semplice, poiché il suo costo è stimato in 5 miliardi di euro l’anno. Qualsiasi tentativo di ridurre questo costo, ad esempio tramite un ricalcolo contributivo, potrebbe limitare l’efficacia della misura.

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