Il decreto carceri è legge. La Camera ha approvato definitivamente il testo con 153 voti favorevoli, 89 contrari e 1 astenuto
Il decreto carceri è legge. La Camera ha approvato definitivamente il testo con 153 voti favorevoli, 89 contrari e 1 astenuto, mentre a Palazzo Chigi si svolgeva un incontro tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio, la premier Giorgia Meloni, i sottosegretari e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato e Camera per discutere delle prossime mosse per affrontare l’emergenza carceri, definita “una priorità” dal governo.
Al termine del vertice, Nordio ha annunciato di aver chiesto un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di voler proporre “modifiche alle norme sulla custodia cautelare”. Tra le sue idee, il ministro intende chiedere al CSM di potenziare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza e prevedere che i detenuti tossicodipendenti scontino la pena in comunità, come richiesto anche da Forza Italia.
L’approvazione del decreto in Aula è avvenuta tra polemiche, con uno scontro alimentato soprattutto da due ordini del giorno: uno del deputato PD Marco Lacarra a favore delle detenute madri e uno del deputato di Azione Enrico Costa, ribattezzato “Salva-Toti” o “Salva Colletti bianchi”. Il governo ha dapprima dato parere favorevole all’odg di Lacarra, chiedendo una minima riformulazione, ma poi ha cambiato idea quando il deputato si è opposto alla firma della leghista Simonetta Matone. L’odg è stato respinto con 156 no e 127 sì, scatenando le proteste delle opposizioni.
Duro l’attacco della segretaria PD Elly Schlein, che ha accusato il governo di aver introdotto “oltre 20 reati nuovi” e di essere “accecato dalla furia punitiva”, senza fare nulla contro il sovraffollamento carcerario. Scintille anche sull’odg di Costa, che impegna il governo a rivedere le norme sulla custodia cautelare per evitare che incensurati che non hanno commesso reati gravi finiscano in carcere, in linea con la posizione espressa da Nordio.
Le opposizioni hanno telefonato a Fontana per chiedere “l’immediata convocazione di una conferenza dei capigruppo” e definire “un’azione riparatoria” da parte del Guardasigilli, Nordio, per quanto avvenuto nel pomeriggio sulla questione carceri. Il vicepresidente dei deputati di Avs, Marco Grimaldi, ha dichiarato che “è uno schiaffo al Parlamento” il fatto che mentre alla Camera si stava votando il decreto carceri in via definitiva, a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni incontrava Nordio, i suoi sottosegretari e i presidenti delle commissioni Giustizia delle Camere per “fare il punto sull’emergenza carceri e il sovraffollamento”. Fontana ha assicurato che avrebbe informato della richiesta il ministro.
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ribadito la centralità del Parlamento, affermando che “le prerogative devono essere garantite attraverso il confronto delle idee e l’assunzione delle responsabilità da parte di tutti i soggetti interessati”. Così una nota del presidente della Camera sulle polemiche innescate sulla questione carceri e dopo l’approvazione del decreto carceri.
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