Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge “Carcere sicuro”

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge “Carcere sicuro”, che mira a rispondere alla situazione critica delle carceri italiane, segnate da sovraffollamento e un alto numero di suicidi

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge Carcere sicuro

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge “Carcere sicuro”, che mira a rispondere alla situazione critica delle carceri italiane, segnate da sovraffollamento e un alto numero di suicidi. Il decreto prevede diverse misure, tra cui l’assunzione di mille nuove unità per il Corpo della Polizia Penitenziaria e la semplificazione delle procedure per ottenere la libertà anticipata per chi ne ha diritto. Inoltre, sono previste più telefonate per i detenuti e la creazione di un albo di comunità per la detenzione domiciliare.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato che l’obiettivo non è quello di “aprire le porte per alleggerire la popolazione carceraria”, ma di affrontare in modo strutturale il sistema dell’esecuzione penale, puntando sull’umanizzazione delle carceri. Le misure includono la possibilità per i detenuti di accedere a più telefonate settimanali e mensili, per migliorare il loro benessere psicologico.

Il decreto introduce anche una procedura più rapida per la concessione della libertà anticipata, permettendo ai detenuti di presentare l’istanza 90 giorni prima di maturare i requisiti. Le misure alternative alla detenzione potranno essere decise in via definitiva dal magistrato di sorveglianza, senza passare per il tribunale collegiale.

Un’altra novità è l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere detenuti con un residuo di pena basso, tossicodipendenti e condannati per reati minori, offrendo loro un luogo per la detenzione domiciliare. Questo intervento è pensato per aiutare soprattutto i detenuti stranieri senza residenza ufficiale.

Il decreto prevede anche lo slittamento di un anno dell’entrata in vigore del Tribunale per le famiglie, per rispondere alle richieste della magistratura e dell’avvocatura che lamentavano una mancanza di adeguata copertura finanziaria. Inoltre, modifica la disciplina del regime detentivo differenziato del 41 bis, escludendo i detenuti da questo regime dai programmi di giustizia riparativa.

Infine, sono previste nuove assunzioni e modifiche alle disposizioni sulla formazione degli agenti di polizia penitenziaria, nonché modifiche relative agli incarichi di livello dirigenziale nel Ministero della Giustizia. Il decreto interviene anche sul reato di indebita destinazione di denaro o cose mobili, con pene che vanno da sei mesi a tre anni di reclusione per i pubblici ufficiali che usano risorse pubbliche in modo improprio.

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