Nel 2025 entreranno in vigore nuove misure assistenziali destinate a persone con disabilità, con particolare attenzione a coloro che già ricevono l’indennità di accompagnamento
Nel 2025 entreranno in vigore nuove misure assistenziali destinate a persone con disabilità, con particolare attenzione a coloro che già ricevono l’indennità di accompagnamento. Tra le novità più rilevanti, l’introduzione di una nuova prestazione definita “universale”, che offrirà un sostegno economico maggiore ai pensionati con disabilità gravissima. Questa nuova misura è stata introdotta dal decreto legislativo n. 29 del 15 marzo 2024, con l’obiettivo di fornire un supporto economico aggiuntivo a quei pensionati e alle loro famiglie che necessitano di assistenza specializzata continua a causa delle loro condizioni di salute.
La Prestazione universale, che debutterà nel 2025, non sarà però accessibile a tutti. I requisiti per beneficiarne sono piuttosto stringenti, il che limiterà la platea dei beneficiari a circa 26.000 persone. Tra i requisiti principali, l’età minima di 80 anni e un Isee familiare non superiore ai 6.000 euro. Inoltre, non basta essere non autosufficienti e percettori dell’indennità di accompagnamento: la Prestazione universale è riservata ai casi di disabilità riconosciuti come “gravissimi”. A stabilire quali siano i parametri che identificano tale condizione sarà una commissione tecnico-scientifica nominata dal Ministero del Lavoro.
Attualmente non sono ancora disponibili i dettagli specifici per determinare chi rientrerà nella categoria di disabilità gravissima, ma si prevede che il governo definirà presto i criteri, dato che i primi pagamenti della Prestazione universale sono previsti per l’inizio del 2025. Va ricordato che, per ora, questa misura è stata pensata solo per il biennio 2025-2026.
Il pensionato che rispetterà i requisiti riceverà un assegno mensile di 850 euro, oltre all’indennità di accompagnamento, che attualmente ammonta a 531,76 euro ma che beneficerà di un piccolo aumento dovuto alla rivalutazione. Tuttavia, questi soldi dovranno essere destinati al pagamento di lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona o all’acquisto di servizi offerti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale. Quindi, sebbene si parli di “molti più soldi”, questi saranno vincolati all’assicurazione di un certo livello di assistenza.
Oltre alla Prestazione universale, nel 2025 si assisterà anche a un aumento delle pensioni di invalidità civile grazie alla rivalutazione annuale legata al costo della vita. Questo adeguamento riguarderà una platea molto più ampia di pensionati rispetto a quella della Prestazione universale. Le pensioni assistenziali e previdenziali destinate a persone con disabilità saranno rivalutate in base all’inflazione.
Secondo le stime preliminari, la percentuale di rivalutazione per il 2025 dovrebbe oscillare tra l’1,6% e l’1,8%, garantendo un incremento molto più contenuto rispetto agli anni precedenti. Nel 2023 e nel 2024, infatti, l’inflazione aveva portato a tassi di rivalutazione pari all’8,1% e al 5,4%, generando aumenti più consistenti.
Nel 2025, invece, si prevede un aumento di soli 5 o 6 euro al mese per la pensione di invalidità civile destinata a chi ha una capacità lavorativa ridotta di almeno il 74%. L’importo mensile di queste pensioni passerà dagli attuali 333,33 euro a una cifra compresa tra 338 e 339 euro. Anche per gli invalidi civili totali che soddisfano i requisiti economici per l’incremento al milione, l’importo mensile subirà un lieve aumento, portandosi tra 744 e 745 euro.
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