I missili russi sono costruiti anche con prodotti della Nato

Nonostante le sanzioni, la Russia è riuscita ad utilizzare tecnologie provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti a scopi militari

I missili russi sono costruiti anche con prodotti della Nato
4 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Durante il conflitto in Ucraina, diverse nazioni, principalmente membri della NATO e gli Stati Uniti, hanno adottato leggi per danneggiare l’economia russa e renderla più debole. Le sanzioni hanno colpito oltre 1.400 persone e più di 200 aziende, con il sequestro di beni per oltre 20 miliardi di euro. È ancora in vigore il divieto di esportare in Russia determinati oggetti che possono avere sia usi civili che militari, come componenti elettronici utilizzati nei sistemi d’arma, veicoli corazzati, radar e aerei. Tuttavia, nonostante l’embargo, la Russia è riuscita ad aggirare il blocco utilizzando tecnologie provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti a scopi militari.

Ad esempio, i chip prodotti negli Stati Uniti e in Europa sono stati utilizzati per i missili che vengono lanciati nel territorio ucraino. La prova di questo scambio è emersa dai registri doganali consultati dal settimanale l’Espresso, che ha evidenziato multinazionali americane ed europee che hanno inviato materiale ufficialmente vietato in Russia.

Le aziende multinazionali come Intel, Texas Instrument e Infineon hanno regolarmente inviato chip elettronici in Russia, incluso alla Ural Telecom Systems di Ekaterinburg e alla SMT-iLogic di San Pietroburgo. Nonostante l’etichetta ufficiale di utilizzo per scopi non militari, queste aziende sono state coinvolte in pratiche sanzionate dal governo degli Stati Uniti, legate alla produzione di droni.

L’elusione dell’embargo avviene coinvolgendo altre nazioni. L’embargo, infatti, si applica solo ai rapporti commerciali diretti con la Russia e non prevede controlli sulle vendite a Paesi amici che poi rivendono i prodotti alla Russia. Così, i chip raggiungono la Russia da Paesi che non hanno aderito all’embargo, come Cina e Hong Kong.

Questa semplice strategia ha consentito alla Russia di rifornirsi di materiale senza problemi e di esportare i propri prodotti senza ostacoli. Un esempio emblematico è rappresentato dal petrolio russo che è giunto in Europa, compresa l’Italia, senza difficoltà grazie alla vendita a nazioni compiacenti, soprattutto orientali, che successivamente lo hanno rivenduto agli Stati europei soggetti al divieto.

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