In Francia, il nuovo primo ministro François Bayrou ha nominato i membri del suo governo, che è il quarto in carica dall’inizio dell’anno. Questo nuovo governo include 7 ministri, che corrispondono alla metà dei membri totali, confermati dal governo del suo predecessore, Michel Barnier, il quale era rimasto in carica solo per tre mesi. Tra le nuove nomine, Bayrou ha scelto politici di rilievo e con esperienza, tra cui due ex primi ministri: Elisabeth Borne e Manuel Valls, oltre all’ex ministro dell’Interno Gérald Darmanin
In Francia, il nuovo primo ministro François Bayrou ha nominato i membri del suo governo, che è il quarto in carica dall’inizio dell’anno. Questo nuovo governo include 7 ministri, che corrispondono alla metà dei membri totali, confermati dal governo del suo predecessore, Michel Barnier, il quale era rimasto in carica solo per tre mesi. Tra le nuove nomine, Bayrou ha scelto politici di rilievo e con esperienza, tra cui due ex primi ministri: Elisabeth Borne e Manuel Valls, oltre all’ex ministro dell’Interno Gérald Darmanin.
Bayrou ha cercato di accontentare i partiti moderati sia di destra che di sinistra, nel tentativo di ottenere il sostegno di entrambe le parti. Ha escluso esponenti dei partiti più radicali, come il Rassemblement National e La France Insoumise. In un momento di instabilità politica in Francia, con gli ultimi due governi durati solo pochi mesi, il presidente Emmanuel Macron ha dato a Bayrou come mandato prioritario quello di formare un governo stabile e duraturo, evitando mozioni di sfiducia.
In Francia, i governi non devono superare un voto di fiducia per entrare in funzione, ma devono evitare di cadere per un voto di sfiducia. Non è chiaro se le scelte fatte da Bayrou saranno sufficienti a mantenere il suo governo in carica, poiché ci sono già state forti critiche sia da destra che da sinistra.
La situazione politica attuale è caratterizzata dal risultato delle ultime elezioni legislative tenutesi a luglio. In queste elezioni è stato eletto un parlamento diviso in tre gruppi principali, nessuno dei quali ha la maggioranza e tutti non sembrano intenzionati a collaborare tra loro. I gruppi sono: Ensemble, la coalizione centrista guidata dal partito di Macron (Renaissance); il Nuovo Fronte Popolare di sinistra; e il Rassemblement National di destra.
François Bayrou ha 73 anni ed è il leader del partito MoDem della coalizione centrista. Ha una carriera politica che potrebbe renderlo gradito a diverse parti politiche ed è stato scelto da Macron proprio per questo motivo. Tra i sette nuovi ministri scelti da Bayrou, molti provengono dall’area centrista.
Elisabeth Borne, che ha 63 anni ed è del partito Renaissance di Macron, è stata nominata nuova ministra dell’Istruzione e vice di Bayrou. È stata prima ministra dal maggio 2022 fino al gennaio 2024. Anche se non ha competenze specifiche in materia di istruzione, il suo ruolo è considerato delicato visto che durante l’anno ci sono stati altri quattro ministri dell’Istruzione prima di lei.
Manuel Valls, anch’egli del partito Renaissance e con 62 anni, è stato primo ministro per più di due anni tra il 2014 e il 2016. È stato nominato ministro dei Territori d’oltremare, incarico che comporta la gestione delle crisi in corso a Mayotte e in Nuova Caledonia.
Un’altra nomina importante è quella di Gérald Darmanin, che era stato ministro dell’Interno in tre degli ultimi quattro governi. Ora sarà ministro della Giustizia. Anche se appartiene alla coalizione centrista, Darmanin ha avuto un approccio conservatore nel suo operato da ministro dell’Interno.
François Rebsamen è stato nominato ministro della Pianificazione territoriale e del decentramento. Rebsamen ha 73 anni ed è un ex importante esponente del Partito Socialista; fu anche ministro del Lavoro nel governo del socialista François Hollande.
Tra le nomine meno politiche c’è quella di Éric Lombard per il ministero dell’Economia. Lombard era fino ad ora il direttore della Caisse des Dépots, un istituto finanziario pubblico francese. Marie Barsacq è stata nominata ministra dello Sport; aveva precedentemente diretto il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Tra le conferme più importanti ci sono Bruno Retailleau al ministero dell’Interno e Rachida Dati al ministero della Cultura. Entrambi appartengono al partito di centrodestra Les Républicains. Jean-Noël Barrot è stato confermato al ministero degli Esteri.
Nonostante Bayrou abbia cercato nominalmente di mantenere un equilibrio tra destra e sinistra con le sue scelte, queste hanno già suscitato polemiche da entrambe le parti politiche. Xavier Bertrand, importante esponente di Les Républicains (LR), ha affermato che le nomine sono state influenzate dal Rassemblement National (RN) e si rifiuta di sostenere un governo composto «col benestare di Marine Le Pen». Anche Olivier Faure, segretario del Partito Socialista (PS), ha dichiarato sui social: «Questo non è un governo, è una provocazione», sostenendo che la composizione sia molto spostata a destra.
Nella sua prima intervista dopo le nomine, Bayrou ha respinto queste accuse. Per restare in carica ha bisogno del sostegno almeno di uno tra LR e PS o meglio ancora di entrambi. Questo spiega perché abbia cercato un equilibrio tra le varie parti politiche.