Il Ministro della Giustizia ha proposto pene alternative e forme di espiazione della pena in comunità per i tossicodipendenti e ha suggerito di far scontare le pene ai detenuti stranieri nei loro paesi d’origine
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che il sovraffollamento delle carceri è il risultato di decenni di accumulo e non può essere risolto immediatamente. Durante il suo intervento a Taobuk a Taormina, ha escluso l’indulto, definendolo una resa dello Stato, e ha proposto invece pene alternative e forme di espiazione della pena in comunità, soprattutto per i tossicodipendenti, considerati più malati che criminali.
Nordio ha evidenziato che la metà dei detenuti in Italia sono stranieri e ha suggerito che far scontare loro le pene nei paesi d’origine potrebbe risolvere gran parte del problema del sovraffollamento carcerario. Inoltre, ha proposto che la carcerazione preventiva richieda un’ordinanza collegiale per renderla più certa e ridurla.
Riguardo alla riforma della giustizia e alla separazione delle carriere dei magistrati, Nordio ha affermato di essere aperto al dialogo e alle modifiche, purché queste siano migliorative e rispettino il mandato ricevuto dagli elettori. Ha ribadito che il compito affidato al governo è di riformare il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e di separare le carriere dei magistrati.
Nordio ha anche affrontato il problema della carenza di magistrati, sottolineando che l’organico attuale di 10.500 unità è insufficiente per il contenzioso civile e penale attuale, con una mancanza del 15 percento. Ha annunciato che, per la prima volta dalla costituzione della Repubblica, entro il 2026 l’organico sarà completato attraverso concorsi. Sono già in corso quattro concorsi e due sono in fase di definizione, con l’obiettivo di assumere 400 nuovi magistrati, nonostante le critiche ricevute quando è stato ipotizzato un concorso straordinario per i giudici onorari.
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