Cosa si sa finora della donna di Viareggio accusata di omicidio volontario

Cosa rischia e chi è Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice di Viareggio ora ai domiciliari dopo aver investito con la sua auto un borseggiatore: l’accusa è quella di omicidio volontario

Cosa si sa finora della donna di Viareggio accusata di omicidio volontario

Cinzia Dal Pino è un’imprenditrice di Viareggio, titolare di uno stabilimento balneare, che è coinvolta in una vicenda giudiziaria molto discussa. La donna si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario dopo aver investito Said Malkoun, un uomo senza fissa dimora di origini algerine. Malkoun aveva precedentemente derubato Dal Pino della sua borsetta, un evento che ha scatenato una reazione drammatica da parte della donna.

Le accuse nei confronti di Cinzia Dal Pino sono supportate da un video ripreso da una telecamera di sorveglianza, che mostra la scena in cui la donna investe l’uomo più volte con la sua auto. Questo video è stato fondamentale per avviare le indagini e costituire la base per l’accusa di omicidio volontario. Il gesto, secondo l’accusa, non sembra essere stato un atto isolato di difesa, ma piuttosto una reazione deliberata e reiterata contro l’uomo.

Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Lucca, Alessandro Trinci, ha deciso di non convalidare il fermo di Cinzia Dal Pino, ma ha disposto comunque per lei gli arresti domiciliari, con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Questa decisione è stata presa sulla base del fatto che non sussistono rischi di fuga o di inquinamento delle prove. Tuttavia, il giudice ha espresso preoccupazioni sulla possibilità che la donna possa ripetere un reato simile, motivo per cui sono stati mantenuti gli arresti domiciliari.

La vicenda ha suscitato un grande dibattito sia a livello politico che sociale. Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato il caso sui social media, sottolineando come la tragedia sia una conseguenza di un crimine commesso dalla vittima stessa. Ha dichiarato che se Said Malkoun non avesse derubato Cinzia Dal Pino, l’evento non si sarebbe verificato. Questo commento ha generato numerose reazioni, con molti che si sono schierati a favore o contro l’affermazione.

L’arcivescovo di Lucca, monsignor Paolo Giulietti, ha invece assunto una posizione decisamente più critica. In un suo intervento, ha espresso stupore e sconcerto per l’azione compiuta da Cinzia Dal Pino, sottolineando la gravità del gesto di passare più volte con l’auto sul corpo di una persona. Monsignor Giulietti ha inoltre criticato coloro che hanno definito l’accaduto come un atto di legittima difesa, affermando che questo comportamento rappresenta una vittoria del male, non della giustizia.

Questa vicenda ha inevitabilmente sollevato una serie di domande su ciò che è realmente accaduto quel giorno a Viareggio e su quali siano le conseguenze legali che Cinzia Dal Pino potrebbe affrontare. In particolare, l’accusa di omicidio volontario potrebbe portare a una condanna pesante, qualora venisse confermata durante il processo. Tuttavia, il percorso legale è ancora in corso, e sarà compito della giustizia determinare l’esatta dinamica dei fatti e la responsabilità della donna.

Cosa è successo

Nella notte tra l’8 e il 9 settembre, Said Malkoun ha rapinato Cinzia Dal Pino, sottraendole la borsa mentre si trovava all’interno della sua auto. Questo è quanto riportato dall’avvocato della donna, che stava tornando a casa dopo il lavoro. Secondo le dichiarazioni del legale, Cinzia Dal Pino si era offerta di restituire il contenuto della borsa, ma Malkoun ha insistito per avere l’intera borsa, minacciando di ucciderla e affermando di avere un coltello, anche se quest’arma non è stata mai trovata dagli inquirenti.

Nella borsa di Cinzia vi erano vari oggetti, tra cui le chiavi di casa, i documenti e il cellulare. La donna temeva che Malkoun potesse recarsi a casa sua per rapinarla nuovamente. Dopo la rapina, Cinzia, sotto shock, non è riuscita a contattare le forze dell’ordine, poiché il suo cellulare era all’interno della borsa rubata. In un secondo momento, è riuscita a rintracciare Said Malkoun in via Coppino. Le immagini di una telecamera di sorveglianza mostrano che ha investito l’uomo con il suo SUV, schiacciandolo contro un muro. Successivamente, ha fatto retromarcia e lo ha investito di nuovo più volte.

Dopo l’incidente, Cinzia Dal Pino non ha chiamato i soccorsi né le forze dell’ordine, ma è tornata indietro per restituire un ombrello che le era stato prestato. Said Malkoun, invece, è stato trovato agonizzante e è morto poco dopo. Le sorelle della vittima hanno rilasciato un’intervista in cui chiedono giustizia, sottolineando che “nemmeno un animale si ammazza in questo modo”. Hanno espresso la loro incredulità per il fatto che a Cinzia siano stati concessi solo gli arresti domiciliari, nonostante l’accusa di omicidio volontario.

Cinzia Dal Pino, 65 anni e senza precedenti penali, ha dichiarato di non aver voluto uccidere Malkoun, ma di aver agito per recuperare la sua borsa, temendo che l’uomo potesse arrivare a casa sua. La situazione rimane complessa, con la procura che ha disposto un’autopsia sul corpo di Malkoun per chiarire ulteriormente i dettagli della vicenda.

Chi è Cinzia Dal Pino

Cinzia Dal Pino, 65 anni, è un’imprenditrice molto conosciuta a Viareggio, città dove è nata e cresciuta. Ha una famiglia solida: è sposata con Pier Luigi Lorenzi, 70 anni, figlio di uno storico biciclettaio di Viareggio, e insieme hanno una figlia che vive spesso a Milano. In passato, Cinzia ha lavorato come commercialista dopo aver studiato Ragioneria, ma in seguito ha deciso di concentrarsi completamente sulla gestione di uno stabilimento balneare, situato in una zona centrale del lungomare di Viareggio.

Descritta da chi la conosce come una persona dal carattere solare, allegro e capace di coinvolgere gli altri nelle sue iniziative, Cinzia ha sempre mostrato una grande energia. È appassionata di viaggi, soprattutto verso mete orientali, e partecipa attivamente alle manifestazioni del Carnevale di Viareggio. Inoltre, è nota per essere una combattente nelle cause legate alla sua categoria lavorativa, dimostrando una forte determinazione.

In città, la notizia del suo coinvolgimento in una vicenda così drammatica ha lasciato molti increduli. L’immagine che Cinzia ha sempre dato di sé, infatti, è quella di una donna equilibrata, con una vita familiare serena e una carriera solida. Il suo avvocato ha dichiarato che Cinzia sta attraversando un momento di grande sofferenza per quanto accaduto, aggiungendo che la sua cliente è una persona comune, con una vita tranquilla e senza precedenti penali. L’avvocato ha sottolineato che la donna prova rimorso per l’accaduto, descrivendolo come un evento che è avvenuto al di fuori delle sue reali intenzioni.

Cosa rischia

Dopo la morte di Said Malkoun, Cinzia Dal Pino è stata rintracciata e arrestata. Gli agenti l’hanno condotta al carcere Don Bosco di Pisa, dove si è svolto l’interrogatorio di garanzia. Durante l’interrogatorio, la donna avrebbe dichiarato: “Volevo solo recuperare la borsa, non ucciderlo”, esprimendo così la sua intenzione di non provocare la morte del borseggiatore. Secondo il suo avvocato, Cinzia Dal Pino si trova in uno stato emotivo molto scosso a causa degli eventi.

Attualmente, Cinzia Dal Pino è accusata di omicidio volontario. Dopo l’udienza di convalida del fermo, il giudice ha deciso di concederle gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, nonostante la richiesta del pubblico ministero Sara Polino di mantenerla in carcere. Se durante il processo l’accusa di omicidio volontario dovesse essere confermata, Cinzia Dal Pino potrebbe rischiare una condanna a più di 20 anni di carcere. Tuttavia, potrebbero essere riconosciute diverse attenuanti che potrebbero ridurre significativamente la pena.

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