Cosa si sa dell’omicidio di Mahmoud Abdalla, il 19 anne ritrovato senza mani e testa a Santa Margherita Ligure
A Santa Margherita Ligure, è stato rinvenuto un cadavere senza mani e testa in acqua. La vittima è stata identificata come Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, un cittadino egiziano di 19 anni arrivato in Italia nel 2021 e ospite di una comunità con un progetto lavorativo. Aveva partecipato al progetto Autonomia della cooperativa il Ce.Sto, lavorando come apprendista parrucchiere. Non aveva precedenti penali significativi, tranne alcune segnalazioni per risse tra giovani e lesioni lievi.
La scoperta è avvenuta in più fasi: inizialmente è stata trovata una mano alla foce dell’Entella a Chiavari, poi un’altra mano su una spiaggia vicina, infine il corpo senza testa è stato recuperato dall’acqua. L’equipaggio di una barca ha notato il corpo che era in acqua da due giorni. Le ferite sul corpo sembrano compatibili sia con l’azione di un’elica di motore di barca che con un’arma da taglio come un coltello.
La Procura di Genova ha avviato un’indagine per omicidio, e il pubblico ministero Daniela Pischetola ha ordinato l’autopsia che sarà condotta dal medico legale Daniele Bedocchi.
Cosa si sa dell’omicidio di Mahmoud Abdalla
Il 19enne Mahmoud Abdalla desiderava diventare un parrucchiere di successo per aiutare la sua famiglia rimasta in Egitto. Lavorava presso il salone di barbiere Aly Barber Shop, situato in via Merano a Sestri Ponente. I clienti apprezzavano il suo talento e il suo stile unico. Nonostante ciò, il suo stipendio mensile ammontava a soli 1200 euro, per tante ore di lavoro in piedi. Decise quindi di cercare un’opportunità migliore e trovò un’altra barberia a Pegli, dove sperava di guadagnare di più. Questa decisione lo portò a licenziarsi dal suo lavoro precedente.
Poi l’omicidio: il suo corpo è stato ritrovato mutilato e scomposto nelle acque del mare. Dopo 7 ore di interrogatorio, il suo datore di lavoro, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, noto come Tito, 27 anni, insieme a un altro dipendente della barberia, Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Bob, 26 anni, hanno confessato di averlo ucciso. Nonostante le loro confessioni, entrambi si accusavano a vicenda e cercavano di far passare l’uccisione come un incidente. Il motivo del loro gesto sembra essere stato il timore che, lasciando il lavoro, Mahmoud potesse portare con sé i clienti.
Le indagini dei carabinieri si sono basate su registrazioni delle telecamere di sorveglianza e dati telefonici di Mahmoud. Questi elementi hanno ricostruito il percorso del giovane, che coincidava con quanto catturato dalle telecamere. Diverse testimonianze sono state ascoltate per ricostruire l’evento. Secondo l’accusa, nella tarda domenica del 23 luglio, Mahmoud entrò nell’appartamento di via Vado a Sestri Ponente insieme a Tito e Bob. Qui, nonostante le minacce dei suoi superiori, Mahmoud avrebbe ribadito la sua decisione di cambiare lavoro.
Si sostiene che i due sospettati, armati di coltello e punteruolo, abbiano attaccato Mahmoud colpendolo al cuore, al fegato e allo stomaco. Successivamente, avrebbero nascosto il suo corpo in una valigia e, in taxi, l’avrebbero portato a Chiavari. Qui, vicino alla foce del fiume Entella, avrebbero smembrato il cadavere, mozzandone la testa e le mani, per poi gettarne i resti in mare. Tuttavia, le correnti hanno riportato i resti sulla riva, insieme alla verità.
Le mani sono state rinvenute inizialmente e hanno permesso di identificare Mahmoud. Il corpo è stato recuperato il lunedì successivo tra Santa Margherita e Portofino. La testa, al momento, non è stata ancora ritrovata.
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