Cosa si sa dell’inchiesta sulle curve di Milan e Inter
L’inchiesta sulle curve di Milan e Inter ha rivelato una realtà preoccupante riguardante il tifo organizzato delle due squadre milanesi. La Procura di Milano intende interrogare diverse figure di spicco dei due club
L’inchiesta sulle curve di Milan e Inter ha rivelato una realtà preoccupante riguardante il tifo organizzato delle due squadre milanesi. La Procura di Milano intende interrogare, come persone informate sui fatti, diverse figure di spicco, sia attuali che passate, dei due club. Tra queste, Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter, l’allenatore Simone Inzaghi, e l’ex difensore Milan Skriniar, ora al Paris Saint-Germain. Dall’altra parte, anche il capitano del Milan Davide Calabria e altri testimoni saranno convocati.
L’inchiesta sulle curve di Inter e Milan
Secondo i magistrati, l’Inter avrebbe mantenuto, con atteggiamenti alternati, rapporti indiretti con la criminalità organizzata e quella da stadio, senza riuscire a interrompere tali relazioni pericolose. Questa è l’accusa contenuta nella richiesta di custodia cautelare per alcuni ultrà delle curve di Inter e Milan, che ha portato all’arresto di figure chiave come Andrea Beretta, Marco Ferdico e Luca Lucci. Il dirigente dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha replicato rassicurando i tifosi: “Noi siamo parte lesa, non abbiamo nulla da temere e abbiamo garantito la massima collaborazione alla magistratura”.
Estorsioni, biglietti e commercio illecito
L’indagine mira a smantellare un giro di affari illeciti legati ai biglietti, al catering (panini e birre inclusi), ai parcheggi e al merchandising dello stadio San Siro. Emergono legami con famiglie calabresi interessate a subentrare al clan Bellocco per controllare queste attività. Gli ultrà gestivano questi affari attraverso estorsioni e violenze, con commandos addestrati anche in Polonia. Tra le persone coinvolte in questo sottobosco vi sono guardie del corpo di celebrità come Fedez, e figure del mondo musicale come Emis Killa, Lazza e Guè Pequeno.
Milan e Inter “sorvegliate speciali”
Pur non essendo direttamente indagate, entrambe le società sono ora sottoposte a un “procedimento di prevenzione”. Questo darà la possibilità ai club di intervenire ed eliminare le situazioni ritenute illegali dagli inquirenti. In caso contrario, potrebbe essere nominato un amministratore giudiziario per lavorare a fianco del management e ripristinare la legalità. La situazione è particolarmente delicata per l’Inter, che secondo le accuse non è riuscita a tagliare certi rapporti.
La posizione del Comune di Milano
Anche il Comune di Milano intende approfondire la vicenda. Il sindaco Giuseppe Sala ha dichiarato: “Abbiamo fatto un accesso agli atti perché vogliamo sapere se ci sono aspetti che possono riguardare noi come soggetti che hanno subito un danno”. Il sindaco ha espresso preoccupazione riguardo alla gestione dello stadio San Siro, che è di proprietà pubblica.
Interrogatori di garanzia
Sono iniziati gli interrogatori di garanzia per gli arrestati, tra cui Andrea Beretta, che ha negato qualsiasi coinvolgimento con il clan Bellocco e le accuse di minacce verso la dirigenza dell’Inter. Ha affermato che i rapporti con il club erano sempre stati trasparenti e che le problematiche venivano affrontate con i responsabili della sicurezza.
Coinvolgimenti noti e perquisizioni
Tra le perquisizioni effettuate emergono legami con personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, come Aldo Russo, cognato di Paolo Maldini, e il rapper Emis Killa. Quest’ultimo è stato citato nei documenti dell’inchiesta per essere stato coinvolto in un’aggressione a uno steward durante una partita dell’11 aprile.
Rapporti tra club e ultras
Uno degli elementi più inquietanti emersi dall’inchiesta riguarda i rapporti tra l’Inter e gli ultras della curva Nord. Si sospetta che il club fosse a conoscenza delle indagini in corso, e che dirigenti come Massimiliano Silva, responsabile dei rapporti con la tifoseria, fossero in costante dialogo con i leader delle curve. In una conversazione intercettata, Silva avrebbe espresso preoccupazione per possibili indagini riservate apprese dal senior security manager dell’Inter, Gianluca Cameruccio.
Pressioni sugli abbonamenti
A luglio 2023, il tema discusso era la questione degli abbonamenti al secondo anello verde dello stadio, un’area tradizionalmente controllata dagli Irriducibili, estromessi a seguito di intimidazioni. Marco Ferdico, uno dei leader degli ultras, avrebbe pressato per ottenere questi abbonamenti e, se il club non avesse acconsentito, avrebbe richiesto spiegazioni.
I biglietti della finale di Champions
Ferdico avrebbe inoltre fatto pressioni per ottenere 1500 biglietti per la finale di Champions League 2023 a Istanbul, che poi sarebbero stati rivenduti a prezzi maggiorati. Durante una conversazione, Ferdico ha dichiarato di aver incontrato i calciatori Calhanoglu e Barella per discutere delle difficoltà sorte nella gestione dei biglietti, menzionando anche le lamentele di Calhanoglu riguardo al comportamento della società.
Ruolo di Materazzi e altri ex giocatori
Secondo gli atti dell’inchiesta, Marco Materazzi, ex difensore dell’Inter, avrebbe partecipato a una riunione degli ultras per promuovere la vendita di birra, promettendo che avrebbe lavorato affinché questa fosse venduta in esclusiva nel futuro stadio dell’Inter. Materazzi non è indagato, ma il suo coinvolgimento sarà approfondito.
Milan e la connessione con la malavita napoletana
Anche la curva Sud del Milan è stata coinvolta nell’inchiesta. Luca Lucci, capo ultrà milanista, avrebbe avuto rapporti con esponenti della malavita napoletana, fornendo centinaia di biglietti per i quarti di finale di Champions League, destinati in parte ai clan mafiosi della città.
Reticenze e sudditanza all’Inter
Negli atti dell’inchiesta emerge che alcuni dirigenti dell’Inter avrebbero mostrato reticenza e sudditanza nei confronti degli ultras. Silva, ad esempio, ha dichiarato ai magistrati che Ferdico gli aveva imposto di parlare solo con lui e lo aveva fatto incontrare con Bellocco. Claudio Sala, responsabile della sicurezza, si è detto sorpreso quando il club ha autorizzato la cessione dei 1500 biglietti.
Il controllo delle attività a San Siro
L’inchiesta ha rivelato che gli ultras controllavano gran parte delle attività economiche legate allo stadio di San Siro, trasformandolo in una sorta di “zona franca” fuori dal controllo della legalità. Queste attività includevano parcheggi, catering e vendita di bevande, con profitti che raggiungevano milioni di euro.
Conclusione dell’indagine
L’indagine, avviata nel 2018 e coordinata dal procuratore Marcello Viola, ha portato all’arresto di numerosi esponenti delle curve di Inter e Milan, con l’accusa di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso. Gli arresti includono Marco Ferdico, legato al clan Bellocco, e Luca Lucci, capo ultrà del Milan.
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