Cosa c’è nel “Patto per il futuro” dell’Onu

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato il “Patto per il Futuro”, un documento di 42 pagine che delinea 56 azioni che riguardano tematiche come la sicurezza internazionale, il clima, i diritti umani e la governance digitale

Cosa c'è nel Patto per il futuro dell'Onu

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato il “Patto per il Futuro” il 22 settembre a New York, durante il Summit of the Future, parte della 79esima sessione dell’Assemblea Generale. Questo documento di 42 pagine, risultato di nove mesi di negoziati condotti da Germania e Namibia, delinea 56 azioni che riguardano tematiche come la sicurezza internazionale, il clima, i diritti umani e la governance digitale. Il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha descritto il patto come “un passo avanti verso un multilateralismo più efficace, inclusivo e interconnesso”.

Uno dei temi centrali del patto è la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di renderlo più rappresentativo ed efficace, ponendo particolare attenzione alla sotto-rappresentazione storica dell’Africa. Sul fronte del disarmo, il documento sancisce un rinnovato impegno multilaterale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, un obiettivo che non era stato riaffermato in ambito internazionale da oltre un decennio. Guterres ha definito questo accordo “il primo sostegno multilaterale concordato al disarmo nucleare in più di un decennio”.

Il patto affronta anche la necessità di prevenire una corsa agli armamenti nello spazio e stabilisce regole per l’uso di armi autonome letali, i cosiddetti “robot killer”, che possono attaccare obiettivi senza intervento umano diretto. Tuttavia, il documento non specifica in dettaglio come questi obiettivi saranno raggiunti, lasciando aperte molte questioni sulla loro attuazione.

Sul fronte della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, il “Patto per il Futuro” include il “Global Digital Compact”, il primo quadro globale completo per la cooperazione digitale e la governance dell’intelligenza artificiale. Viene istituito un panel scientifico indipendente all’interno delle Nazioni Unite per valutare i rischi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Inoltre, il patto prevede l’avvio di un dialogo globale sulla governance dell’AI, che coinvolgerà governi, aziende tecnologiche, la società civile e il mondo accademico, con l’obiettivo di sviluppare norme etiche condivise.

Il documento si impegna anche a ridurre il divario digitale tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, garantendo un accesso più equo alle tecnologie digitali. La protezione dei diritti umani online è un altro aspetto centrale, con l’obiettivo di rafforzare la tutela della privacy, della libertà di espressione e della sicurezza nel mondo digitale. Tuttavia, il documento non fornisce dettagli specifici su come queste misure verranno implementate, né prevede scadenze precise o meccanismi di monitoraggio.

In ambito ambientale, il patto ribadisce l’importanza di contrastare il cambiamento climatico e di proteggere i diritti umani, promuovendo l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile. Viene inoltre lanciato un appello per proteggere i difensori dei diritti umani. Un altro tema centrale è quello delle generazioni future, per le quali viene introdotta una dichiarazione specifica. Il documento prevede “passi concreti per tenere conto delle generazioni future nei processi decisionali”, compresa la creazione di un inviato speciale per le generazioni future, che avrà il compito di tutelare i loro interessi all’interno dell’ONU.

L’adozione del patto non è stata priva di tensioni. La Russia, sostenuta da paesi come Corea del Nord, Siria, Nicaragua, Bielorussia e Iran, ha tentato di introdurre un emendamento che avrebbe sancito il principio di non ingerenza negli affari interni degli Stati da parte dell’ONU. Questa proposta è stata respinta dalla maggioranza dell’Assemblea. Il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin, ha criticato il processo di negoziazione, affermando che “nessuno è soddisfatto di questo patto”. Dopo l’adozione, l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, ha descritto il documento come “squilibrato” e “un duro colpo all’organizzazione nel suo complesso”.

Nonostante queste critiche, il Presidente dell’Assemblea Generale, Philémon Yang, ha definito il “Patto per il Futuro” una “pietra miliare” che pone le basi per un “ordine globale sostenibile, giusto e pacifico, per tutti i popoli e le nazioni”.

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