Cosa c’è nel Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo

Dopo 8 anni di trattative il Parlamento Ue ha dato il via libera al Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo. Cambia la gestione interna con controlli più rigidi alle frontiere, ma la responsabilità resta in capo ai Paesi di primo ingresso. Tutti dovranno contribuire, ma potranno scegliere di non farlo pagando 20mila euro a migrante

Cosa c'è nel Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo

Il Parlamento europeo ha approvato una serie di riforme per la gestione dell’immigrazione nell’Unione Europea, noto come il Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo. Questo pacchetto di riforme mira a modificare il cosiddetto “regolamento di Dublino”, una legge europea che regola il trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo.

La riforma del “regolamento di Dublino” è stata oggetto di negoziati durati 4 anni e ha ricevuto l’approvazione del Parlamento europeo mercoledì pomeriggio. Tuttavia, per entrare in vigore, il Nuovo Patto deve ancora essere approvato dal Consiglio dell’Unione Europea, composto dai rappresentanti dei 27 paesi membri, il cui voto è atteso entro la fine di aprile.

Le riforme sono state accolte con favore dai partiti di centrodestra e centrosinistra, ma hanno suscitato critiche da parte dei partiti di sinistra e di estrema destra di alcuni paesi come Ungheria e Francia. Questi ultimi ritengono che alcune misure siano troppo moderate o svantaggiose per i loro paesi.

Il Nuovo Patto introduce norme più severe sull’accoglienza dei migranti provenienti da paesi considerati “sicuri”. Queste persone hanno già poche possibilità di ottenere lo status di rifugiato, e le nuove regole renderanno più facile espellerle e rimandarle nei loro paesi d’origine.

Una delle principali modifiche è l’introduzione di un meccanismo limitato di trasferimento dei richiedenti asilo dai paesi di arrivo, principalmente quelli dell’Europa meridionale come l’Italia, ai paesi interni. Questo meccanismo prevede che quando un paese si dichiara “sotto pressione”, gli altri paesi membri devono scegliere se accettare un certo numero di migranti, pagare una quota a un fondo comune dell’Unione Europea o fornire supporto operativo.

Il Nuovo Patto si basa su 10 proposte di legge, tra cui le più significative riguardano le modifiche ai percorsi di richiesta d’asilo e l’istituzione di un meccanismo di solidarietà obbligatoria tra i paesi membri.

Una delle modifiche importanti riguarda la creazione di due percorsi di richiesta d’asilo: uno tradizionale, che richiede diversi mesi per essere completato, e uno accelerato, che avviene alla frontiera e dura al massimo 12 settimane. Durante questo periodo, i richiedenti asilo sono tenuti in strutture dedicate. Inoltre, il testo prevede che la procedura di frontiera venga utilizzata principalmente per i richiedenti asilo considerati un “pericolo” per l’Unione Europea, per coloro provenienti da paesi considerati “sicuri” e per chi ha una bassa probabilità di ottenere lo status di rifugiato.

Se la richiesta viene respinta, i migranti devono essere espulsi verso il loro paese d’origine o un “paese terzo”, come la Tunisia, la Libia o la Turchia.

Alcune organizzazioni non governative hanno criticato le riforme, sostenendo che i migranti potrebbero perdere l’accesso ai diritti e ai servizi durante le 12 settimane di procedura accelerata. Inoltre, valutare una richiesta d’asilo in così poco tempo è un processo complesso che potrebbe compromettere la qualità delle decisioni.

L’altra importante riforma riguarda l’istituzione di un meccanismo di solidarietà obbligatoria tra i paesi membri. In determinate circostanze, i paesi interni dell’Unione devono decidere se accettare migranti, fornire assistenza operativa ai paesi di arrivo o versare una quota in un fondo comune dell’Unione Europea. I paesi che rifiutano di partecipare potrebbero essere soggetti a procedimenti di infrazione da parte della Commissione Europea.

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