Come funziona il mini-condono edilizio proposto da Salvini

Il mini-condono edilizio sarebbe volto a risolvere alcune centinaia di migliaia di piccole irregolarità architettoniche, edilizie e urbanistiche che affliggono gli uffici tecnici dei comuni in Italia

Come funziona il mini-condono edilizio proposto da Salvini
Il governo sta considerando l’opzione di un mini-condono edilizio, un’iniziativa volta a risolvere alcune centinaia di migliaia di piccole irregolarità architettoniche, edilizie e urbanistiche che affliggono gli uffici tecnici dei comuni in Italia. Questa proposta è stata avanzata dal leader della Lega, Matteo Salvini, durante un incontro con l’associazione dei proprietari di casa, Confedilizia. Sebbene l’idea non incontri entusiasmo tra gli alleati del governo, non sembra neanche ricevere una forte opposizione, con esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia che mostrano una certa apertura.

Matteo Salvini ha delineato l’obiettivo principale del mini-condono: risolvere le piccole irregolarità edilizie che impediscono a molti italiani di effettuare compravendite o affitti. Tuttavia, ha specificato che non sarà concesso alcun condono per abitazioni costruite in zone sismiche, lungo le rive dei fiumi o ai piedi dei vulcani. L’attenzione si concentra invece su questioni come l’aggiunta di una veranda o di una piccola cantina, che potrebbero essere sanate senza grandi complicazioni.

Esiste già una proposta di legge sulla sanatoria edilizia presentata dalla Lega alla Camera dei Deputati. Questa proposta, depositata il 7 giugno di quest’anno, prevede l’eliminazione dell’obbligo di “doppia conformità” per richiedere una sanatoria. Attualmente, chi vuole richiedere una sanatoria deve dimostrare che l’edificio, sebbene realizzato senza i permessi necessari o in violazione dei piani approvati, rispetti le normative attuali e quelle in vigore al momento della costruzione. La proposta della Lega suggerisce che, se un edificio è conforme alle regole attuali, la sanatoria potrebbe essere concessa, indipendentemente dalla sua storia edilizia.

Il mini-condono riguarderebbe solo gli edifici costruiti prima del 30 giugno 2003, data di entrata in vigore del Testo Unico dell’Edilizia. Questo perché, prima di tale data, risalire alle normative comunali vigenti risulterebbe complicato. Inoltre, l’eliminazione dell’obbligo di “doppia conformità” non significherebbe un condono automatico; ci sarebbe comunque una verifica da parte degli uffici comunali, insieme a un pagamento che varia in base al tipo di pratica e all’entità delle irregolarità.

Nonostante l’apertura a favore di una sanatoria edilizia da parte di alcuni alleati del governo, come Forza Italia e Fratelli d’Italia, è importante notare che le proposte mirano principalmente a risolvere piccole irregolarità edilizie e non rappresentano un condono edilizio su larga scala. L’obiettivo principale è agevolare la regolarizzazione di piccoli interventi, come finestre leggermente più grandi del previsto o piccole verande, senza aprire la porta a critiche simili a quelle scaturite dal condono del 2018.

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