Chi sono le donne ai posti di comando nelle curve di Inter e Milan indagate

Non ci sono soltanto uomini tra indagati, arrestati e coinvolti nell’inchiesta sulle curve di Inter e Milan. Nei ruoli di comando, con diverse responsabilità, c’erano anche diverse donne

Chi sono le donne ai posti di comando nelle curve di Inter e Milan indagate

Non ci sono solo uomini coinvolti nell’inchiesta che ha colpito le curve di Inter e Milan, sebbene siano in maggioranza. Tra gli indagati e gli arrestati ci sono anche diverse donne che ricoprivano ruoli di comando. Tra queste, spicca Debora Turiello, 40 anni, contabile della curva Nord dell’Inter, che è stata posta agli arresti domiciliari durante il blitz avvenuto lunedì. Anche Roberta Grassi, 44 anni, contabile della curva Sud del Milan, è stata perquisita ma non arrestata. Infine, c’è Marianna Tedesco, 42 anni, socia del capoultrà milanista Luca Lucci e compagna di Matteo Norrito, ultrà dell’Inter anch’esso finito in carcere.

Il ruolo di Debora Turiello

Debora Turiello aveva un ruolo centrale nella gestione della curva Nord dell’Inter. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Turiello riceveva i “clienti” al Baretto, un locale situato sotto la Curva Nord. Gestiva vari aspetti operativi, dai rapporti con gli addetti alla vendita dei biglietti alla lista dei clienti e alle prenotazioni. Grazie alla sua collaborazione con il direttivo composto da Beretta, Ferdico e Bellocco, aveva acquisito maggiore responsabilità e gestiva anche gli incassi delle partite casalinghe. Gli inquirenti hanno notato il suo «scrupoloso puntiglio nell’adempiere i compiti che le derivano dalla professione di titolare di una ditta di consulenza finanziaria».

Nella stagione 2022/23, Ferdico ha dichiarato in un’intercettazione di aver guadagnato «265mila euro puliti: cinquemila li ho dati a Debora per tutto il lavoro che ha fatto». Inoltre, esisteva l’associazione “We are Milano”, considerata dagli inquirenti una “facciata legale” per promuovere iniziative di beneficenza e dialogare con l’Inter, oltre ad accedere a benefici fiscali. Le entrate e le uscite di questa associazione sfioravano il milione di euro. Lo scopo era «garantire introiti al sodalizio anche attraverso l’investimento di denaro di dubbia provenienza o lo sfruttamento artificioso di sgravi fiscali».

Il ruolo di Roberta Grassi

Roberta Grassi aveva un ruolo simile nel Milan. Sebbene non fosse indagata, è stata perquisita durante il blitz. Il suo ufficio si trovava in piazza Axum, un tradizionale punto di ritrovo per i tifosi rossoneri. Grassi raccoglieva i soldi del bagarinaggio in uno zaino e poi li consegnava a Luca Lucci. Non aveva una buona opinione di lui: «Cosa vuoi fare i conti con lui che non capisce un c*o?»**, ha detto durante un’intercettazione lo scorso 5 novembre.

Il suo ruolo nella curva la faceva sentire potente e impunita; riusciva persino a entrare gratis allo stadio. Durante la partita Milan-Psg di Champions League del 7 novembre, Grassi tentò di entrare in “doppietta” con l’ultrà Daniele Cataldo. Quando fu fermata da uno steward, reagì dicendo: «Vuoi vedere che è più facile se vai fuori te? Perdi pure il lavoro».

Marianna Tedesco, socia di Lucci

Marianna Tedesco è stata identificata come socia di Luca Lucci nell’affare “Italian Ink”, un’attività che si occupa di barberie e tatuaggi in franchising. Con un negozio situato in zona Duomo e con l’aiuto del rapper Fedez, Lucci sperava di guadagnare “mille euro per una scritta”, cercando così di entrare nel mercato dei tatuaggi per clienti facoltosi.

Tedesco è anche la compagna di Matteo Norrito, ultrà dell’Inter. Durante conversazioni con altri interisti, Norrito ha riferito dell’accordo per la spartizione dei biglietti tra le curve Nord e Sud per la finale di Champions del 2023: «Qualsiasi cosa succeda facciamo metà per uno», affermava Norrito. «Secondo me lui (Lucci) ha accettato l’accordo perché sa che mia moglie è sua socia». Questo dimostra come il denaro possa fungere da collante tra gruppi diversi nel mondo ultras.

L’inchiesta ha rivelato dinamiche complesse all’interno delle tifoserie milanesi, mostrando come anche figure femminili ricoprano ruoli chiave nelle operazioni legate al tifo organizzato e agli affari illeciti associati a questo ambiente.

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