Chi è il bancario che spiava i conti correnti di politici, sportivi e vip

Un ex dipendente di Intesa Sanpaolo è al centro di un’indagine per aver compiuto oltre seimila accessi non autorizzati ai conti correnti di di politici, sportivi e vip

Chi è il bancario che spiava i conti correnti di politici, sportivi e vip

Vincenzo Coviello, ex dipendente di Intesa Sanpaolo, è al centro di un’indagine per aver compiuto oltre seimila accessi non autorizzati ai conti correnti di diverse figure di spicco, tra cui la premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna, i ministri Guido Crosetto e Daniela Santanché. Coviello, 52 anni, originario di Bitonto e impiegato nella filiale di Bisceglie, è stato licenziato in tronco dall’istituto di credito, che aveva avviato un provvedimento disciplinare dopo la scoperta delle anomalie.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Domani, Coviello avrebbe spiato i conti non solo di Giorgia Meloni e sua sorella, ma anche di altre figure rilevanti come Andrea Giambruno, ex compagno della premier, Ignazio La Russa, presidente del Senato, e Giovanni Melillo, procuratore della Direzione Nazionale Antimafia. Tra le persone coinvolte figurano anche sportivi come Paola Egonu e Francesco Totti, e personaggi del mondo dello spettacolo come Al Bano e Luisa Ranieri.

Gli accessi abusivi, che avrebbero coinvolto i dati sensibili di oltre 3.500 clienti in tutta Italia, si sarebbero verificati tra febbraio 2022 e aprile 2024. La vicenda è venuta alla luce dopo la denuncia di un cliente della filiale di Bitonto, che aveva riscontrato anomalie sul proprio conto, notate dal direttore della filiale. Ad agosto 2024, Coviello è stato sottoposto a un procedimento disciplinare interno da parte della banca, che ha portato al suo licenziamento immediato. Durante il procedimento, Coviello si è difeso definendosi un «maniaco del controllo», descrivendosi come un impiegato «impeccabile» e «molto curioso», con un interesse spiccato verso la situazione finanziaria delle persone.

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Coviello ai magistrati, avrebbe agito per «mera curiosità» e non avrebbe mai scaricato documenti dai sistemi bancari. Tuttavia, Intesa Sanpaolo ha reagito prontamente, ritenendo il suo comportamento in violazione delle severe procedure di sicurezza interna e procedendo con il licenziamento.

Le indagini attualmente in corso vedono Coviello accusato di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie riguardanti la sicurezza dello Stato. Giovedì, ufficiali della polizia giudiziaria, su incarico della Procura di Bari, hanno perquisito la sua abitazione, sequestrando smartphone, tablet, hard disk e altri dispositivi informatici, che saranno sottoposti ad analisi forensi.

Oltre alla responsabilità diretta di Coviello, la Procura sta indagando sulla possibilità di un complotto più ampio, ipotizzando che dietro gli accessi ai conti ci possano essere mandanti con interessi specifici. Alcuni osservatori ritengono che l’episodio possa essere legato a un mercato clandestino di informazioni, dove dati personali sensibili vengono comprati e venduti.

Parallelamente, l’indagine sta verificando anche l’eventuale responsabilità di Intesa Sanpaolo, per capire se la banca abbia implementato misure di sicurezza adeguate per prevenire abusi di questa portata. L’istituto di credito fornisce infatti servizi a molti parlamentari e personaggi pubblici, rendendolo un possibile obiettivo di chi cerca di raccogliere informazioni sensibili.

In merito alla vicenda, Giorgia Meloni ha scelto un tono ironico, scrivendo su X (ex Twitter): «dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano». Guido Crosetto, invece, ha espresso preoccupazione, chiedendosi quanti altri dossier siano stati prodotti negli anni e con quale scopo. Intesa Sanpaolo ha ribadito che i suoi sistemi di sicurezza funzionano correttamente, evidenziando che le anomalie sono state scoperte proprio grazie ai controlli interni. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha espresso preoccupazione per un possibile disegno politico dietro questi attacchi, suggerendo che le persone coinvolte sembrano appartenere prevalentemente al centrodestra.

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