La Fondazione Santa Lucia, struttura riabilitativa di Roma e punto di eccellenza della sanità laziale, rischia di chiudere a causa di un enorme dissesto economico che ammonta a oltre 300 milioni di euro
La Fondazione Santa Lucia, struttura riabilitativa di Roma e punto di eccellenza della sanità laziale, rischia di chiudere a causa di un enorme dissesto economico. Il debito della Fondazione ammonta a oltre 300 milioni di euro, a fronte di una produzione media annua di 100 milioni.
Secondo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, la crisi è dovuta a “una gestione non adeguata, costi di gestione altissimi, tariffe non consone alla complessità dei pazienti assistiti e mancati raggiungimenti dei budget assegnati”. I sindacati saranno ricevuti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 6 agosto per chiedere che la Fondazione sia acquisita dalla Regione Lazio, in modo da garantire la continuità occupazionale e l’assistenza sanitaria.
Natale Di Cola, Segretario generale della Cgil Roma e Lazio, afferma che “solo una struttura pubblica può garantire quei livelli di qualità” e che “far esplodere una crisi e far pagare le conseguenze ai cittadini” non è accettabile. Senza un intervento, i rischi concreti sono una diminuzione della qualità dell’assistenza e tagli al personale.
Anche la politica locale si è mobilitata per difendere questo presidio ritenuto fondamentale. La capogruppo del Partito democratico in Campidoglio, Valeria Baglio, e la consigliera capitolina Pd, Antonella Melito, hanno dichiarato di essere preoccupate per la sorte dei lavoratori e delle loro famiglie, chiedendo alla Regione Lazio e al Governo Meloni di intervenire per assicurare le risposte e le tutele necessarie a dare continuità a questo servizio di eccellenza.
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