Bruxelles: avviata la riforma delle regole sui rimpatri dei migranti, con il consenso di tutti i 27 Paesi membri dell’Ue

A Bruxelles, è stata avviata una riforma delle regole sui rimpatri dei migranti, con il consenso di tutti i 27 Paesi membri dell’Unione Europea. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ottenuto il supporto di dieci Stati Ue, coordinati da Italia, Danimarca e Paesi Bassi, per sviluppare soluzioni innovative nel campo della migrazione. Queste soluzioni includono la creazione di hub di rimpatrio al di fuori del territorio europeo, simili a quelli proposti in Albania

A Bruxelles, è stata avviata una riforma delle regole sui rimpatri dei migranti, con il consenso di tutti i 27 Paesi membri dell’Unione Europea. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ottenuto il supporto di dieci Stati Ue, coordinati da Italia, Danimarca e Paesi Bassi, per sviluppare soluzioni innovative nel campo della migrazione. Queste soluzioni includono la creazione di hub di rimpatrio al di fuori del territorio europeo, simili a quelli proposti in Albania, e il ritorno assistito dei migranti in collaborazione con le agenzie delle Nazioni Unite.

Al pre-summit che si è tenuto a Bruxelles, hanno partecipato diversi leader europei, tra cui Giorgia Meloni, Mette Frederiksen e Dick Schoof. Presenti anche i rappresentanti di Repubblica Ceca, Svezia, Cipro, Grecia, Polonia, Malta e Ungheria. Durante l’incontro, von der Leyen ha confermato l’intenzione di proporre entro metà marzo una riforma delle attuali regole sui rimpatri. Queste regole sono attualmente basate su una normativa che ha più di dieci anni e non è stata aggiornata dal nuovo Patto sulla migrazione.

La Commissione Europea sta considerando modifiche alla normativa sull’asilo che è entrata in vigore solo nella primavera scorsa. In particolare, si sta discutendo della revisione del concetto di “Paese sicuro”. Questo cambiamento permetterebbe di creare elenchi comuni a livello europeo sia per i Paesi terzi che per quelli di origine dei migranti. Questo approccio potrebbe superare la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che attualmente richiede che un Paese sia considerato sicuro in modo totale e non solo per alcune aree del suo territorio.

In aggiunta a queste misure, sono in fase di preparazione altri due memorandum per gestire i flussi migratori con Marocco e Giordania. Questi si aggiungono agli accordi già sottoscritti con Tunisia, Egitto e Mauritania. La situazione in Siria viene monitorata attentamente per quanto riguarda i ritorni volontari dei migranti e le domande d’asilo.

Nel corso della giornata, è arrivato l’ok unanime dei 27 Paesi a un paragrafo delle conclusioni che autorizza gli “sforzi urgenti per facilitare, incrementare e accelerare i rimpatri”. Questo include anche la definizione dei Paesi di origine sicuri e il contrasto alla strumentalizzazione della migrazione.