Un’azienda ha ingaggiato un influencer per sponsorizzare i suoi prodotti, pagando un contratto di 16.000 euro. Dopo aver scoperto che molti dei follower dell’influencer erano falsi, l’azienda ha interrotto i pagamenti e il contratto. L’influencer ha fatto causa per ottenere il pagamento completo, sostenendo di avere i requisiti professionali necessari. Il tribunale di Lucca ha deciso a favore dell’influencer, affermando che l’azienda non aveva fornito prove sufficienti di frode e che la presenza di follower falsi non era motivo valido per annullare il contratto. L’azienda è stata quindi condannata a pagare i compensi dovuti.