Approvato il “decreto Salvini” per le autostrade di Stato

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha proposto una riforma delle concessioni autostradali che mira a centralizzare tutti i ricavi derivanti dai pedaggi nello Stato, lasciando ai concessionari solo l’attività di gestione, come investimenti, manutenzione e riscossione dei pedaggi, garantendone la redditività

Il consiglio dei ministri, oltre al Def, ha dato il via libera al provvedimento proposto dal vicepremier e ministro dei trasporti, Matteo Salvini, per la creazione della Spa pubblica Autostrade dello Stato.

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha proposto una riforma delle concessioni autostradali che mira a centralizzare tutti i ricavi derivanti dai pedaggi nello Stato, lasciando ai concessionari solo l’attività di gestione, come investimenti, manutenzione e riscossione dei pedaggi, garantendone la redditività. Questa proposta si basa su un’analisi critica dell’attuale assetto delle concessioni autostradali, che ha mostrato gravi inefficienze sin dalla sua origine.

Fin dall’inizio, affidare infrastrutture come le autostrade a privati è stato considerato un errore, in quanto si tratta di “monopoli naturali” non aperti alla concorrenza e con limitati contenuti tecnologici che non permettono un adeguato contributo del know-how privato. Inoltre, la concentrazione delle concessioni in un unico soggetto, come Autostrade per l’Italia (Aspi), ha generato squilibri eccessivi, con un soggetto dominante che detiene la maggior parte della rete autostradale e dei traffici.

Questo scenario non solo ha creato un soggetto con un peso politico eccessivo, ma ha anche ostacolato interventi regolatori efficaci. Inoltre, il sistema tariffario attuale, che include il recupero di tutti i costi, inclusi quelli di investimento, è stato giudicato inadeguato e ha generato profitti e tariffe elevate, distanti dall’ammortamento degli investimenti.

La proposta di separare le tariffe dagli investimenti è stata accolta positivamente perché permette di tarare le tariffe in base alla manutenzione e alla congestione del traffico, rendendo il sistema più efficiente ed equo. Questo approccio distribuirebbe i flussi di traffico in modo da minimizzare la congestione e favorirebbe un utilizzo più efficiente della rete stradale, riducendo anche le emissioni nocive per l’ambiente.

Un’analisi tariffaria estesa a livello nazionale ha confermato che tariffe legate solo ai costi di manutenzione e alla congestione aumentano il benessere collettivo e migliorano l’utilizzo della rete stradale, rispetto al sistema attuale basato sul recupero di tutti i costi. Inoltre, per favorire una maggiore concorrenza, si potrebbe considerare la suddivisione del concessionario principale, Aspi, attualmente in mano pubblica.

Infine, la centralizzazione eccessiva delle risorse e delle decisioni dovrebbe essere evitata, soprattutto considerando che la maggior parte della mobilità su strada avviene a livello regionale. Questa proposta di riforma, se attuata, potrebbe portare a una gestione più efficiente delle autostrade italiane, riducendo gli sprechi e migliorando i servizi offerti agli utenti.

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