Le pratiche aggressive delle società energetiche (modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di luce e gas ed aumenti delle bollette) nell’ultimo anno sono costate all’utenza almeno 1 miliardo di euro.
L’Antitrust ha avviato 11 procedimenti, denunciando pratiche scorrette: quelli che si sono chiusi con impegni hanno consentito il ripristino delle condizioni iniziali di contratto a favore di 500.000 consumatori ai quali sono stati restituiti oltre 115 milioni di euro. Le condotte oggetto di procedimenti chiusi con accertamento dell’illecito hanno interessato 4,5 milioni di consumatori e micro-imprese col miliardo e più di danni stimati in via prudenziale dall’Agcm. Il Garante ha rilevato una serie di “condotte illegittime, che in una fase già segnata da importanti tensioni inflazionistiche, possono acuire la vulnerabilità economico finanziaria delle fasce più deboli”.
Su 11 istruttorie aperte 6 si sono concluse con un accertamento degli illeciti (e 15 milioni di euro di sanzioni) e 5 con accoglimento degli impegni. Nei confronti di Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Dolomiti Energia, Edison Energia e Iberdrola Clienti Italia è stata accertata l’adozione di pratiche commerciali aggressive volte a condizionare i consumatori ad accettare modifiche unilaterali peggiorative dei prezzi di luce e gas.
In particolare, è risultato che Enel Energia e Eni Plenitude hanno modificato unilateralmente i prezzi, sfruttando la clausola contrattuale secondo la quale, dopo la scadenza dell’offerta, avevano la facoltà di prorogare le tariffe “fino a nuova comunicazione”. Acea Energia e Dolomiti Energia hanno invece proceduto all’applicazione di un termine di preavviso anticipato, inviando più di 350 mila comunicazioni di modifica unilaterale dei prezzi.Gli altri procedimenti avviati nei confronti di A2A, Hera, Engie, E.ON e Iren sono stati chiusi accogliendo di una serie di impegni che l’Autorità ha ritenuto idonei a superare le criticità emerse.