Il giudice ha rinviato a giudizio due giovani, accusati di violenza sessuale di gruppo e produzione di materiale pedopornografico nel caso legato al suicidio di Alice Schembri
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio due giovani, accusati di violenza sessuale di gruppo e produzione di materiale pedopornografico nel caso legato al suicidio di Alice Schembri, 17 anni, avvenuto il 18 maggio 2017 alla Rupe Atenea di Agrigento.
L’udienza preliminare ha sottolineato il dramma che ha portato alla decisione estrema della giovane, il cui corpo è stato trovato dopo che aveva subito una violenza sessuale di gruppo, ripresa e diffusa tramite video su WhatsApp. Il giudice Gaeta ha fissato la prima udienza del processo per il 4 dicembre, presieduta dai giudici della prima sezione penale, sotto la presidenza di Alfonso Malato.
I genitori della vittima, assistiti dall’avvocato Santina Nora Campo, si sono costituiti parte civile e si sono uniti alla richiesta della procura di procedere con il rinvio a giudizio. Dall’altra parte, gli avvocati della difesa, Daniela Posante e Antonio Provenzani, avevano chiesto al giudice di emettere una sentenza di non luogo a procedere.
Il suicidio della giovane Alice aveva lasciato il segno attraverso un angosciante post pubblicato sui social media prima del gesto fatale. Nel messaggio, la ragazza esprimeva il suo tormento e la difficoltà di convivere con il segreto della violenza subita: “Questo segreto dentro di me mi sta divorando”.
Le indagini della squadra mobile di Agrigento, inizialmente orientate su diverse piste, tra cui quella di una setta satanica, si sono focalizzate sulla violenza sessuale di gruppo subita dalla giovane due anni prima del tragico evento. Il processo contro i responsabili di tale atto inumano si prefigura come un importante passo nella ricerca di giustizia per Alice Schembri. L’udienza successiva, fissata a martedì 10 ottobre, coinvolgerà anche altri due ragazzi, minorenni al momento dei fatti, accusati di essere coinvolti nel video degli abusi.
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