Alexa (l’assistente vocale di Amazon) “tifa” per Kamala Harris

Alexa, l’assistente vocale di Amazon, è al centro di una polemica dopo che alcuni video diventati virali mostrano il dispositivo rispondere positivamente a domande su Kamala Harris, mentre rifiuta di dare risposte simili riguardanti Donald Trump

Alexa (l'assistente vocale di Amazon) tifa per Kamala Harris

Alexa, l’assistente vocale di Amazon, è al centro di una polemica dopo che alcuni video diventati virali mostrano il dispositivo rispondere positivamente a domande su Kamala Harris, mentre rifiuta di dare risposte simili riguardanti Donald Trump. Il caso suscita reazioni soprattutto tra i conservatori, che accusano Alexa di mostrare una preferenza politica.

Secondo documenti trapelati e ottenuti dal Washington Post, il problema nasce a causa di un aggiornamento software volto a migliorare la qualità delle funzioni di Alexa e il funzionamento della sua intelligenza artificiale. In uno di questi video, quando viene chiesto perché votare per Harris, il dispositivo elenca alcune delle qualità positive della candidata democratica. Tuttavia, quando viene fatta la stessa domanda riguardo a Trump, Alexa risponde con un messaggio generico, affermando che non può fornire informazioni o promuovere candidati politici specifici.

Un portavoce di Amazon spiega che “queste risposte erano errori che non sarebbero dovuti accadere, e sono stati corretti non appena ne siamo venuti a conoscenza”. Aggiunge che Alexa è progettata per fornire informazioni accurate, rilevanti e utili ai clienti senza favorire nessun partito politico o candidato specifico.

La discrepanza nelle risposte di Alexa diventa un argomento ampiamente discusso sui social media e nei media di orientamento conservatore, tra cui Fox News. Mario Nawfal, un influencer sui social, pubblica un video sulla piattaforma X (precedentemente conosciuta come Twitter) in cui una donna chiede ad Alexa informazioni sui due candidati. Il video raccoglie oltre 740.000 visualizzazioni in pochi giorni e attira l’attenzione del miliardario Elon Musk, che risponde con un commento di sorpresa.

La situazione porta a un aumento delle critiche, fino a spingere il senatore repubblicano Lindsey Graham della Carolina del Sud a scrivere una lettera ad Amazon, chiedendo spiegazioni e insinuando che l’azienda sia schierata a favore di cause liberali.

La diffusione dei video causa discussioni interne frenetiche in Amazon, dove gli ingegneri devono bloccare manualmente le risposte di Alexa a domande simili e cercare di capire cosa sia andato storto, sempre secondo il Washington Post. Il problema sembra derivare da un aggiornamento software chiamato Info LLM, che, secondo quanto riportato, deve migliorare la precisione delle risposte e ridurre il numero di errori nelle domande politiche.

Negli ultimi anni, le grandi aziende tecnologiche fanno sforzi per essere percepite come neutrali dal punto di vista politico, una sfida che diventa più complessa con l’introduzione di nuovi prodotti basati sull’intelligenza artificiale generativa. Strumenti come generatori di immagini, chatbot e altri dispositivi causano spesso controversie, poiché a volte sembrano mostrare una certa inclinazione politica. Questo accade solitamente a causa di problemi nei dati di addestramento dei modelli di intelligenza artificiale o per la mancanza di restrizioni su ciò che questi strumenti possono generare.

Per evitare situazioni simili, molte aziende mettono delle limitazioni sui loro prodotti. Ad esempio, ChatGPT, il prodotto di punta di OpenAI, risponde in modo generico quando gli viene chiesto per chi votare, suggerendo di guardare alle posizioni politiche dei candidati e rifiutandosi di fornire informazioni specifiche sulle elezioni.

Nonostante queste misure, alcuni attivisti conservatori e repubblicani sostengono che le piattaforme e le aziende che sviluppano intelligenze artificiali stiano promuovendo di nascosto un punto di vista di sinistra, anche se non ci sono prove concrete a sostegno di queste accuse. Uno studio del 2021 della New York University non trova evidenze di un bias liberale nei social media, anzi i dati suggeriscono che i contenuti di destra vengano amplificati maggiormente.

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