Nel 2019 sono morti 476 mila bambini a causa dello smog

Lo smog ha contribuito a 6 milioni di nascite premature, 3 milioni di nascite sottopeso e alla morte di 476 mila bambini

Nel 2019 sono morti 476 mila bambini a causa dello smog
Nel 2019 sono morti 476 mila bambini a causa dello smog. In base alle stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’inquinamento atmosferico (lo smog) provoca 7 milioni di morti all’anno nel mondo (dei quali oltre 600mila in Europa).

Oltre a numerose patologie a carico del sistema respiratorio, l’aria inquinata che respiriamo è responsabile del 14% degli ictus e degli infarti, e può anche compromettere il sano sviluppo di un feto.

Infatti, secondo un nuovo studio (guidato dagli scienziati dell’Università della California di San Francisco, che hanno collaborato con i colleghi dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington di Seattle e della Scuola di Salute Pubblica dell’Università di Boston), nel 2019 lo smog ha provocato la nascita prematura di 6 milioni di bambini, 3 milioni sono nati sottopeso e ha causato la morte di 476 mila bambini.

Lo studio

Gli scienziati, coordinati dal professor Rakesh Ghosh, docente presso l’Istituto per le scienze della salute globale dell’ateneo californiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un’approfondita analisi statistica (una revisione sistematica) dei dati di numerosi studi pubblicati su PubMed, Embase e Web of Science, tutti sottoposti a revisione paritaria.

Hanno incrociato i dati relativi a parti prematuri, peso alla nascita e mortalità infantile con i livelli di inquinamento ambientale in diversi Paesi. Gli scienziati hanno tenuto conto sia dell’inquinamento esterno (prodotto dal traffico e dalle attività industriali), che quello all’interno delle abitazioni.

Dall’analisi è emerso che nel 2019 6 milioni i bambini sono nati prematuramente a causa dell’esposizione al particolato sottile, mentre circa la metà è nato sottopeso per la stessa ragione. La stima ha rilevato un peso inferiore alla nascita di 22 grammi, l’11% di probabilità in più di nascere sottopeso e il 12% di rischio maggiore di parto prematuro per ogni 10 microgrammi di PM 2.5 in più per metro cubo d’aria. Gli scienziati hanno anche indicato che nel 2019 sono morti 476mila bambini a causa dell’inquinamento dell’aria.

Il particolato sottile può influenzare negativamente la gravidanza perché può far arrivare sostanze chimiche tossiche nel flusso sanguigno e mettere sotto stress il sistema immunitario, con un impatto negativo nella placenta (che a sua volta può essere raggiunta dalle particelle inquinanti innescando risposte infiammatorie in grado di alterare il naturale sviluppo del feto).

Gli autori dello studio hanno detto: “Con queste nuove prove globali e ottenute in modo più rigoroso, l’inquinamento atmosferico dovrebbe ora essere considerato un importante fattore di morbilità e mortalità infantile, non solo per le malattie croniche degli adulti. […] Il nostro studio suggerisce che l’adozione di misure per mitigare i cambiamenti climatici e ridurre i livelli di inquinamento atmosferico avrà significativi benefici per la salute dei neonati“.

I dettagli della ricerca “Ambient and household PM2.5 pollution and adverse perinatal outcomes: A meta-regression and analysis of attributable global burden for 204 countries and territories” sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica PloS Medicine.

Potrebbero interessarti anche questi articoli:

L'informazione è di parte! Ci sono giornali progressisti e giornali conservatori. La stessa notizia ti viene raccontata in modo diverso. Se cerchi un sito che ti spieghi le cose con semplicità, e soprattutto con imparzialità, allora questo è il posto giusto per te. Cerchiamo notizie e fatti social del momento e li rimettiamo in circolo, senza giri di parole e senza influenzarti con le nostre opinioni.

FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].

Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.