Una ricerca pubblicata dall’American Hearth Association ha dimostrato che far mangiare cibi zuccherati ai neonati comporta una serie di ripercussioni gravi sulla salute
L’OMS dice che lo “zucchero” dovrebbe essere vietato ai bambini fino a 2 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilanciato una ricerca pubblicata dall’American Hearth Association (l’associazione dei medici cardiologi americani) che è riuscita a dimostrare come far mangiare dei cibi zuccherati ai neonati possa comportare una serie di ripercussioni, anche gravi, sul lungo periodo.
Pertanto, dare ai bambini fino ai 2 anni alimenti ricchi di zucchero (come merendine confezionate, caramelle, dolciumi vari, succhi di frutta con zucchero aggiunto, frappè, Happy Meal, yogurt zuccherati, ecc.) è da evitare perché arreca un danno alla salute, Anche dopo, però, fino ai 18 anni, l’apporto di zucchero dovrebbe essere limitato a soli 25 grammi al giorno (6 cucchiaini scarsi). Come mai, però, all’industria alimentare non vengano dati dei limiti più stringenti di quelli attuali per la produzione degli alimenti tipici per i bambini è un mistero.
Privare i bambini dei dolci può sembrare crudele, ma da qualche anno le autorità sanitarie nel mondo sottolineano la pericolosità dello zucchero che viene aggiunto ai cibi, soprattutto biscotti, merendine, bibite gasate (una lattina può contenere anche 9 cucchiaini di zucchero), yogurt (fino a 2 cucchiaini), e cereali della colazione (fino a 4 cucchiaini).
Frutta e latte, dove gli zuccheri sono presenti naturalmente, sono invece esclusi dal bando. Anzi, il consumo di Frutta viene sempre consigliato.
Lo studio
Miriam Vos, la pediatra e nutrizionista della Emory University che ha coordinato lo studio dell’American Heart Association, pubblicato su Circulation, ha detto: “Nel budget delle calorie che un bambino dovrebbe assumere non c’è molto spazio per quel cibo-spazzatura in cui buona parte degli zuccheri aggiunti si annidano. […] I bambini che mangiano molti prodotti zuccherati tendono a trascurare i cibi salutari come frutta, verdura, cereali integrali e derivati del latte, che fanno bene alla loro salute”.
Poiché i primi anni danno forma al gusto anche per il resto della vita, abituarsi fin da piccolissimi a sapori dolci renderà difficile, una volta cresciuti, “liberarsi dal vizio”.
Secondo i pediatri americani, per i primi 5 anni di vita i bambini devono bere solo acqua e latte. Secondo i pediatri dell’American Academy of Pediatrics, i nutrizionisti dell’Academy of Nutrition and Dietetics, i cardiologi dell’American Heart Association, e i dentisti dell’American Academy of Pediatric Dentistry, bevande diverse da latte e acqua sono ricchissime di zuccheri aggiunti e di calorie e rappresentano un pericolo per la salute.
“Per i primi 6 mesi di vita i neonati devono bere solo latte materno o in formula. A 6 mesi si può introdurre l’acqua. I bambini che prendono latte artificiale possono passare a quello di mucca al compimento di un anno di età”.
Al di sotto dei 5 anni, ai bimbi non vanno date bibite zuccherate, né con il saccarosio né con i dolcificanti. Miente latte al cioccolato o aromatizzato, né bibite contenenti teina e caffeina. Da evitare anche le bevande vegetali (come latte di soia, mandorle o riso). Infine, no ai succhi di frutta confezionati in pratici brik, in bottiglie simil biberon o da spremere. “I bambini non hanno bisogno di succo ed è più salutare mangiare direttamente frutta”, ha sottolineato il gruppo di esperti.
Un consumo eccessivo di succhi porta a carie dentale e aumento di peso.
La situazione in Italia
Secondo uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Pediatrics, il 10% dei bambini tra i 2 e i 6 anni è in sovrappeso o obeso.
La ricerca ha coinvolto più di 5.700 bambini tra i 2 e i 6 anni di età, tutti visitati da pediatri della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) tra il 2011 e il 2012.
Di questi bambini, circa 600 (il 10%) ha sviluppato sovrappeso o obesità nell’ultimo anno. I ricercatori hanno potuto effettuare dettagliate analisi del sangue.
Dei 219 piccoli presi in esame:
- circa il 40% ha avuto almeno una anomalia del metabolismo (come pressione alta, colesterolo alto, glicemia elevata o bassi livelli di colesterolo “buono”);
- nel 35% è stata rilevata insulino-resistenza;
- nel 39% almeno una complicanza metabolica;
- nel 6% una condizione di pre-diabete;
- per il 25% alti valori di colesterolo;
- nel 13% ipertensione.
Inoltre, circa 1/3 dei bambini ha avuto steatosi epatica non alcolica o un accumulo di depositi di grasso nel fegato (valori che, in studi sugli adulti, sono stati collegati a un aumento del rischio di malattie cardiache e diabete).
Infine, lo studio ha rilevato che questi bambini hanno anche un indice di massa corporea più elevato (BMI) rispetto ai bambini obesi ma che non presentano anomalie metaboliche.
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