Quanto guadagna Giuseppe Conte? Stipendio, reddito e patrimonio del leader del Movimento 5 Stelle
Quanto guadagna Giuseppe Conte? Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio dei Ministri e attuale deputato e leader del Movimento 5 Stelle, ha avuto un percorso professionale e politico che ha portato l’attenzione del pubblico anche sui suoi guadagni. Spesso definito “l’avvocato del popolo”, il tema dei suoi redditi e del patrimonio personale è stato più volte discusso, specialmente da quando è entrato in politica.
Lo stipendio di Giuseppe Conte
Giuseppe Conte ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio dal 1° giugno 2018 al 13 febbraio 2021, guidando due governi consecutivi, affrontando sfide importanti come la pandemia di Covid-19. Lo stipendio associato al ruolo di capo del governo italiano rientra tra i più alti del Paese, ma resta distante dai compensi di altri leader mondiali.
Il primo ministro di Singapore, Lee Hsien Loong, ad esempio, guadagna 1,7 milioni di dollari all’anno, mentre il Presidente del Consiglio italiano percepisce circa 80.000 euro netti all’anno, pari a uno stipendio mensile netto di 6.700 euro. Questo compenso è addirittura inferiore a quello di un deputato o senatore, che può arrivare a percepire il doppio.
Dopo la conclusione del suo incarico come premier, Giuseppe Conte è stato eletto deputato nelle elezioni politiche del 2022. Attualmente, come parlamentare, ha diritto a:
- Un’indennità netta mensile di 5.000 euro.
- Una diaria di 3.503,11 euro.
- Un rimborso per le spese di mandato pari a 3.690 euro al mese.
- Un rimborso annuale per le spese telefoniche di 1.200 euro.
- Rimborsi trimestrali per i trasporti, che variano da 3.323,70 a 3.995,10 euro.
Le dichiarazioni dei redditi di Giuseppe Conte
Prima di entrare in politica, Giuseppe Conte era un avvocato civilista e professore universitario. Le sue dichiarazioni dei redditi degli ultimi anni mostrano una variazione significativa, influenzata sia dal suo passaggio alla politica sia dalla conclusione delle attività professionali precedenti.
- 2018: Nella dichiarazione relativa al periodo d’imposta 2017, Giuseppe Conte ha dichiarato un reddito di 380.233 euro, frutto della sua attività professionale.
- 2019: La dichiarazione per il 2018, anno in cui è diventato Presidente del Consiglio, segnala un reddito di 1.207.391 euro. Questo aumento è stato legato alla chiusura di incarichi professionali pendenti, che hanno concentrato in un breve periodo i compensi di lavori svolti precedentemente.
- 2020: Nel 2019, il reddito dichiarato è sceso a 205.048 euro, una riduzione di circa un milione di euro rispetto all’anno precedente.
- 2021: La dichiarazione relativa al periodo d’imposta 2020 riporta un reddito di 105.411 euro, un ulteriore calo dovuto alla progressiva cessazione delle sue attività professionali.
- 2022: Per il periodo d’imposta 2021, anno in cui è stato Presidente del Consiglio solo per due mesi, Giuseppe Conte ha dichiarato un reddito di 34.095 euro.
- 2023: La dichiarazione relativa al 2022, quando Conte è stato deputato solo negli ultimi mesi dell’anno, mostra un reddito di 24.359 euro. Questo valore riflette l’interruzione delle sue attività professionali a seguito del suo impegno politico.
- 2024: L’ultima dichiarazione dei redditi, riferita al 2023, registra un reddito di 106.580 euro. Questa cifra è in linea con quanto percepito dagli altri parlamentari che non svolgono attività professionali al di fuori del mandato politico.
Il patrimonio di Giuseppe Conte
Il patrimonio di Giuseppe Conte è stato inevitabilmente influenzato dalla sua scelta di entrare in politica. Durante la sua attività come avvocato civilista e professore universitario, i suoi guadagni erano nettamente superiori rispetto a quelli percepiti come parlamentare e leader politico. Con il passaggio al Movimento 5 Stelle, Conte ha cessato ogni attività professionale per dedicarsi completamente alla politica. Questo cambiamento ha avuto un impatto sui suoi redditi e sul suo patrimonio complessivo.
L’avvocato del popolo è stato al centro dell’attenzione anche per la trasparenza dei redditi dichiarati, in linea con le battaglie storiche del Movimento 5 Stelle contro i costi della politica.
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