Cosa dice la legge sui parcheggi a pagamento?

Cosa dice esattamente la legge sui parcheggi a pagamento? Quanti parcheggi gratuiti (strisce bianche) devono essere garantiti quando ci sono parcheggi a pagamento (strisce blu)?

Cosa dice la legge sui parcheggi a pagamento?

Cosa dice la legge sui parcheggi a pagamento? Le decisioni dei Comuni riguardo alla sosta a pagamento e le limitazioni alla circolazione possono essere contestate dai cittadini se non sono adeguatamente giustificate. In particolare, l’ente locale deve spiegare in modo trasparente le ragioni per cui decide di riservare determinate aree alla sosta a pagamento, bilanciando gli interessi in gioco. Ma cosa dice esattamente la legge sui parcheggi a pagamento? Quanti parcheggi gratuiti (strisce bianche) devono essere garantiti quando ci sono parcheggi a pagamento (strisce blu)? Vediamo cosa prevede la legge e come la Cassazione ha interpretato la normativa.

Sosta a pagamento: necessaria la proporzionalità tra aree gratuite e a pagamento

L’articolo 7 del Codice della Strada stabilisce che, quando si prevedono aree di sosta a pagamento o con limite di durata, deve essere riservata un’adeguata area destinata a parcheggio gratuito o senza dispositivi di controllo del tempo. Questo obbligo non sussiste solo in alcune specifiche aree, come:

  • Zone pedonali
  • Zone a traffico limitato (ZTL)
  • Agglomerati urbani di carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale
  • Altre zone di particolare rilevanza urbanistica, individuate e delimitate dalla giunta comunale, dove ci sono esigenze particolari di traffico.
Cosa dice la Cassazione sull’alternanza strisce blu-strisce bianche

La Cassazione, con la sentenza n. 20293/2024, ha accolto il ricorso di un automobilista multato per mancato pagamento della sosta a Catania. L’automobilista sosteneva che le delibere comunali che istituivano le aree di sosta a pagamento non fossero adeguatamente motivate e che non ci fosse una giusta proporzione tra aree di sosta gratuite e a pagamento, come previsto dall’art. 7 del Codice della Strada.

La Cassazione ha dato ragione all’automobilista, stabilendo che:

  • I Comuni devono motivare in modo specifico le esigenze che giustificano l’istituzione delle aree a pagamento;
  • Non è sufficiente richiamare genericamente la normativa, ma bisogna fornire una giustificazione concreta della scelta.
Quando si può parcheggiare gratis sulle strisce blu?

Non è possibile parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu solo perché non ci sono posti gratuiti (strisce bianche) disponibili. Il Comune potrebbe aver definito quell’area come di particolare rilevanza urbanistica o potrebbe esistere un’altra delle motivazioni previste dall’art. 7 del Codice della Strada. Per evitare multe, è sempre consigliabile informarsi presso il proprio Comune.

Non è nemmeno possibile parcheggiare gratuitamente sugli spazi a pagamento solo perché quelli gratuiti sono occupati.

Gli unici casi in cui è consentito parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu, senza pagare il ticket, sono:

  • Se si possiede un pass per disabili (secondo la legge 104/1992), sempre che il disabile sia presente nell’auto, anche come passeggero;
  • Se si possiede un’auto elettrica, ma solo se il Comune ha previsto un’apposita esenzione, generalmente riconosciuta ai residenti.

Il fatto che il parchimetro non funzioni non autorizza a non pagare la sosta se nelle vicinanze ce n’è uno funzionante. Non è indicata una distanza specifica entro cui bisogna cercare un altro parchimetro, ma si fa riferimento al criterio della ragionevolezza.

Se le strisce blu sono poco visibili perché consumate dal tempo, fa fede la segnaletica verticale (i cartelli sul marciapiede), che prevale sempre sulla segnaletica orizzontale.

Cosa fare se non ci sono parcheggi gratis

Nel caso in cui si riceva una multa per aver parcheggiato senza ticket in un’area a pagamento dove non erano presenti sufficienti parcheggi gratuiti (strisce bianche), non è sufficiente fare ricorso contro la multa. Bisognerebbe infatti impugnare la delibera comunale che istituisce l’area a pagamento presso il TAR e chiedere che venga annullata. Tuttavia, il Giudice di Pace non ha il potere di annullare tali delibere. Il ricorso al TAR potrebbe risultare costoso; quindi, in molti casi, potrebbe essere più conveniente pagare la multa entro i primi 5 giorni, approfittando dello sconto del 30%.

ZTL per veicoli storici

Infine, segnaliamo la sentenza n. 14699/2024 del TAR Lazio, che ha accolto il ricorso di alcune associazioni di appassionati di auto storiche contro le limitazioni alla circolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico nella ZTL “Fascia Verde” di Roma.

Il TAR ha stabilito che:

  • I veicoli storici, avendo un valore culturale riconosciuto dalla Costituzione, godono di una specifica tutela che include la libertà di circolazione;
  • Il Comune di Roma, nel limitare la circolazione dei veicoli storici, deve bilanciare la tutela della salute pubblica (riduzione dell’inquinamento) con la salvaguardia del patrimonio culturale;
  • Il Comune deve individuare un ulteriore giorno alla settimana in cui permettere la circolazione dei veicoli storici nella ZTL “Fascia Verde”, valutando l’impatto sull’inquinamento e le diverse situazioni nel corso dell’anno.

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