È morto Paolo Beldì, il regista di Quelli che il calcio

È morto a 66 anni Paolo Beldì, il regista televisivo che nel che nel 1993 inventò con Quelli che il calcio

È morto Paolo Beldì, il regista di Quelli che il calcio
È morto Paolo Beldì. E’ morto improvvisamente nella sua casa di montagna a Magognino vicino a Stresa (Novara). Un gruppo di amici lo attendeva per le 21.00 al circolo di Levo (frazione di Stresa poco distante dalla sua abitazione): non vedendolo arrivare e constatato che non rispondeva al telefono, hanno dato l’allarme. I soccorritori del 118 hanno trovato il regista già privo di vita.

Chi era Paolo Beldì

Paolo Beldì è nato l’11 luglio del a 1954 Novara. In 30 anni di carriera è stato dietro la macchina da presa di tantissimi programmi storici. Ha firmato programmi iconici da “Quelli che il calcio” ad “Anima Mia“.

In un’intervista disse: “Mio padre era un noto pubblicitario di Novara, suoi gli spot di Pavesini e Bialetti, ma da giovane identificavo la pubblicità come simbolo della massificazione […] così dopo gli esordi a Radio Azzurra e a Onda Novara, dove quasi per caso scoprii che facevo ridere, entrai ad Antenna 3 grazie a Beppe Recchia. Mi misero a fare fotocopie e fu la mia fortuna. Potevo girare per gli studi e quando incrociavo un tecnico, un operatore o un montatore mi facevo spiegare trucchi che mi sarebbero serviti per il futuro. In quegli anni conobbi Walter Chiari, Teo Teocoli, Enzo Tortora“.

Ha esordito come comico in radio per poi passare alla regia negli anni ’80 (nella neonata Fininvest) per programmi di intrattenimento e sportivi (da “Banzai” a “Mai dire Mundial”). Nello stesso periodo firma come autore le musiche di “Drive in” per 4 anni con Roberto Negri ed esordisce nel varietà grazie ad Antonio Ricci che lo chiama a dirigere prima “Lupo solitario” e dopo “Matrjoska“.

Negli anni ’90 passa alla Rai, ed è regista di “Mi manda Lubrano” e “Svalutation” con Celentano. Con Celentano anche in “Francamente me ne infischio” (1999) “Rockpolitic” (2005) e “La situazione di mia sorella non è buona” (2007).

Sua la regia di 3 Festival di Sanremo (i 2 condotti da Fazio e nel 2006 per Panariello).

Con la trasmissione Rai, “Diritto di replica” (insieme a Fabio Fazio e Sandro Paternostro) viene fuori quella che sarà sempre la sua firma: l’indugio sui dettagli, da un calzino abbassato a una scarpa, particolari che creano il caso come quando riprese uno spettatore addormentato nella platea di Sanremo.

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