L’italiana Leonardo S.p.a. e la tedesca Rheinmetall danno vita al colosso europeo delle armi

L’azienda italiana di difesa Leonardo S.p.A. ha ufficializzato la partnership con la società tedesca Rheinmetall, creando un nuovo colosso europeo delle armi

L’italiana Leonardo S.p.a. e la tedesca Rheinmetall danno vita al colosso europeo delle armi. L’azienda italiana di difesa Leonardo S.p.A. ha ufficializzato una partnership con la società tedesca Rheinmetall, creando un nuovo colosso europeo delle armi. L’accordo, annunciato diversi mesi fa, prevede un investimento di oltre 20 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Essendo Leonardo S.p.A. un’azienda a partecipazione statale, questi fondi saranno coperti in gran parte da risorse pubbliche.

La joint venture, chiamata Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV), si concentrerà principalmente sulla produzione di veicoli militari, tra cui centinaia di carri armati e mezzi cingolati leggeri. L’obiettivo è anche quello di lanciare sul mercato un nuovo carro armato pesante europeo, come parte del progetto Main Ground Combat System. La nuova azienda avrà una partecipazione paritaria tra Leonardo e Rheinmetall, e la maggior parte delle attività si svolgeranno in Italia, principalmente nella provincia di La Spezia. Leonardo ha già iniziato a cercare nuove aree da destinare alla produzione bellica.

Dettagli del progetto LRMV

Il progetto LRMV era stato annunciato per la prima volta a luglio e, dopo l’ufficializzazione dell’accordo, si attende solo il perfezionamento delle intese e la costituzione della società, che dovrebbe avvenire entro il primo trimestre del 2025. L’accordo include il rinnovamento delle flotte terrestri italiane, in particolare la fanteria Dardo e i carri armati Ariete, con la costruzione di circa:

  • 1.000 veicoli cingolati leggeri
  • 280 carri armati

Saranno prodotte anche varianti specializzate, tra cui veicoli antiaerei, da ricognizione, anticarro e veicoli da recupero, da ingegneria e posaponti.

Sviluppo del nuovo carro armato IMBT

Uno degli elementi principali del progetto è lo sviluppo del nuovo carro armato italiano IMBT (Italian Main Battle Tank), che sarà basato sul Panther tedesco, prodotto da Rheinmetall, e dotato della piattaforma da combattimento del Lynx, anch’esso della casa tedesca. Questo sistema integrerà l’attuale Armored Infantry Combat System (AICS) utilizzato dall’esercito italiano. Per il nuovo IMBT è previsto un investimento di oltre 8 miliardi di euro, di cui 5,5 miliardi già finanziati, mentre per l’aggiornamento dell’AICS il piano prevede 15 miliardi di euro, con 6,4 miliardi già finanziati. Il valore complessivo del progetto supera i 23 miliardi di euro.

Struttura azionaria della joint venture

La nuova joint venture vedrà Rheinmetall e Leonardo come azionisti paritari, con il 50% di Rheinmetall suddiviso tra la casa madre tedesca Rheinmetall AG (40%) e Rheinmetall Italia (10%). La sede principale della società sarà a Roma, con le operazioni distribuite tra Italia (60%) e Germania (40%), concentrandosi soprattutto nella città di La Spezia.

Raccomandazioni del “Rapporto Draghi”

Questa partnership segue le raccomandazioni del cosiddetto “Rapporto Draghi” sulla competitività europea, che incoraggia lo sviluppo di progetti congiunti tra paesi, evidenziando l’importanza strategica del settore della difesa. Leonardo e Rheinmetall sono rispettivamente le principali aziende italiane e tedesche nel settore degli armamenti.

Piano di spesa per la difesa italiana

Secondo il Stockholm International Peace Research Institute, Leonardo è la dodicesima azienda al mondo per ricavi nel settore della produzione di armi, la seconda in Europa e la prima nell’Unione Europea. Nel 2023, una parte significativa dei suoi guadagni è derivata dalla guerra a Gaza. L’accordo tra Leonardo e Rheinmetall sembra essere in linea con i piani del governo guidato da Giorgia Meloni, che ha aumentato la spesa per la difesa, investendo anche in nuovi aerei e carri armati.

La Spezia, inoltre, è al centro di un grande progetto di riqualificazione della base militare locale per adeguarla agli standard NATO. Negli ultimi anni, l’Italia ha aumentato notevolmente sia l’esportazione di armamenti che la spesa militare, che nell’ultimo decennio è più che raddoppiata.

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