La NATO vuole aumentare il numero di brigate, portandole da 82 a 131 (pari a circa 196.000 soldati in più)

Per l’Italia, si stima che saranno necessari almeno 15.000 soldati extra, oltre a nuovi armamenti, tra cui sistemi di difesa antiaerea, elicotteri e altro

La NATO vuole aumentare il numero di brigate, portandole da 82 a 131 (pari a circa 196.000 soldati in più)

La NATO vuole aumentare il numero di brigate, portandole da 82 a 131 (pari a circa 196.000 soldati in più). La NATO ha annunciato la necessità di aumentare il numero di brigate, portandole da 82 a 131, il che significa che verranno aggiunte 49 nuove brigate, pari a circa 196.000 soldati in più. La domanda ora è: dove verranno reclutati questi soldati e con quali risorse saranno equipaggiati? Per l’Italia, si stima che saranno necessari almeno 15.000 soldati extra, oltre a nuovi armamenti, tra cui sistemi di difesa antiaerea, elicotteri e altro.

Martedì scorso, a Bruxelles, l’olandese Mark Rutte ha assunto l’incarico di Segretario Generale della NATO, succedendo al norvegese Jens Stoltenberg. Rutte ha identificato i due compiti principali del suo mandato, tra cui l’aumento delle capacità militari dell’alleanza. Secondo documenti riservati del Ministero della Difesa tedesco, nella primavera del 2024, gli Alleati avranno a disposizione “la totalità delle capacità minime richieste” per garantire la sicurezza dei confini della NATO. Tuttavia, raggiungere questo obiettivo comporta sfide significative.

Requisiti Minimi di Capacità (MCR)

I cosiddetti “Requisiti Minimi di Capacità” (MCR), stabiliti dai due comandanti militari più alti in grado dell’alleanza, il generale americano Christopher Cavoli e l’ammiraglio francese Pierre Vandier, prevedono un significativo aumento degli sforzi da parte degli Stati membri. Nel 2021, si riteneva che 82 brigate fossero sufficienti, ma ora il numero è salito a 131. Ogni brigata è composta da 4.000 a 5.000 soldati, portando il totale dei nuovi soldati necessari a circa 196.000.

Per sostenere e guidare queste nuove truppe, il numero di “corpi combattenti” aumenterà da 6 a 15 e quello dei comandi di divisione da 24 a 38. Saranno necessari anche nuovi investimenti in attrezzature militari, con un particolare focus sulla difesa aerea, munizioni, armi di precisione a lungo raggio, logistica e trasporti. Ad esempio, il numero di unità antiaeree terrestri dovrà crescere da 293 a 1.467, con un incremento di 1.174 unità, inclusi sistemi d’arma come Patriot, Iris T-SLM, Skyranger e protezione a corto raggio. Anche il numero di elicotteri, sia da trasporto che da attacco, è destinato ad aumentare.

Impegni dei paesi membri della NATO

Questi requisiti riguardano tutti i 32 paesi membri della NATO. Gli MCR verranno ora distribuiti agli Stati membri come obiettivi obbligatori da raggiungere entro la riunione dei ministri della Difesa della NATO, prevista per ottobre 2025. Secondo un documento del Dipartimento della Difesa, “La quantità di stanziamenti è determinata dalla ‘ricchezza’ relativa e dalle dimensioni della popolazione di un alleato”. Alla Germania è stato assegnato circa il 9,28% delle capacità totali, mentre per l’Italia si prevede un impegno compreso tra il 6% e il 7%% , corrispondente a circa 3 brigate in più e almeno 15.000 soldati, oltre ad equipaggiamenti e armi aggiuntive.

Il rifiuto di queste richieste non è consigliato, in quanto “danneggerebbe l’accettazione del processo” e “metterebbe in dubbio la credibilità dell’intera alleanza e, soprattutto, dei suoi comandanti strategici”. Questo avvertimento rappresenta una velata minaccia. Le trattative attuali si concentrano principalmente sulla trasparenza e sull’informazione reciproca, ma l’assegnazione dei compiti avviene comunque attraverso un processo “dall’alto verso il basso”.

Per diversi paesi europei, tra cui la Germania e l’Italia, soddisfare le nuove richieste della NATO non sarà facile, soprattutto a causa delle ingenti spese che queste nuove disposizioni comporteranno.

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