Cosa sta succedendo in Niger?

Il 26 luglio la giunta militare ha destituito il presidente eletto, Mohamed Bazoum, ordinando l’arresto di ministri e leader politici

Cosa sta succedendo in Niger?
Cosa sta succedendo in Niger? Il Niger, uno dei paesi più poveri dell’Africa occidentale ma con importanti riserve di uranio, sta vivendo una grave crisi politica ed economica dopo il colpo di stato del 26 luglio. La giunta militare ha destituito il presidente eletto, Mohamed Bazoum, ordinando l’arresto di ministri e leader politici. Il colpo di stato ha visto l’arresto di 4 ministri, un ex ministro e il leader del partito di Bazoum. La situazione è ulteriormente complicata dallo schieramento degli stati africani pro o contro il presidente destituito.

Il Partito nigerino per la democrazia e il socialismo (Pnds), il partito di Bazoum, ha denunciato gli arresti illegali e teme che il Niger stia precipitando verso un regime dittatoriale e totalitario. Nel frattempo, la giunta militare ha imposto una scadenza entro la quale tutti i membri del governo deposto e i dirigenti delle istituzioni dovrebbero restituire i veicoli ufficiali assegnati loro.

La situazione è estremamente delicata, con la comunità internazionale divisa tra coloro che condannano il golpe e coloro che vedono il colpo di stato come una soluzione ai problemi di sicurezza e di stabilità del paese.

La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) ha imposto un ultimatum alla giunta militare, minacciando di intervenire militarmente se non sarà ripristinato l’ordine costituzionale. Anche l’Unione africana e gli stati occidentali, tra cui Francia, Stati Uniti e Unione europea, hanno condannato il colpo di stato e chiesto il ritorno alla democrazia.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha minacciato di rispondere senza trattative a eventuali attacchi contro cittadini francesi e interessi nel paese. La situazione è stata ulteriormente complicata dalle manifestazioni pro e contro il golpe a Niamey, la capitale del Niger, con migliaia di persone che hanno assediato l’ambasciata francese e manifestato sostenendo l’autoproclamato presidente militare.

La Francia, che ha un contingente militare di 1.500 soldati nel paese, è particolarmente preoccupata che il golpe possa spingere il Niger a schierarsi con la Russia, come è già successo in Mali e Burkina Faso, dove il gruppo Wagner ha svolto un ruolo rilevante.

Tuttavia, proprio Mali e Burkina Faso hanno avvertito che un intervento militare straniero in Niger sarebbe considerato una dichiarazione di guerra contro di loro, mettendo in luce l’importanza geopolitica del Niger nella regione.

L’ex presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, si sta impegnando nella ricerca di una soluzione negoziata alla crisi per rilasciare il presidente Bazoum e riportarlo in carica, cercando una mediazione con la giunta militare e la comunità internazionale.

Anche il presidente del Ciad, Mahamat Idriss Déby, sta cercando di svolgere un ruolo di mediazione tra la giunta militare e la comunità internazionale, cercando una soluzione negoziata per rilasciare il presidente Bazoum e riportarlo in carica.

Posizione contro i golpisti l’hanno presa anche l’Unione europea e gli Stati Uniti. Sono stati sospesi i progetti di cooperazione nel paese, così come i flussi di aiuti finanziari allo stato.

Il golpe in Niger

Il golpe in Niger è avvenuto nella mattina del 26 luglio, quando un gruppo di militari dell’esercito ha inscenato un ammutinamento. In seguito, membri della Guardia presidenziale hanno circondato il palazzo presidenziale e alcuni edifici ministeriali. Il giorno successivo, il 27 luglio, un gruppo di militari che si è identificato come parte del Consiglio nazionale per la salvaguardia del paese ha preso il controllo del palazzo presidenziale, arrestando il presidente Mohamed Bazoum e instaurando di fatto un nuovo regime.

La fronda militare che ha compiuto il golpe ha dichiarato in diretta televisiva che il colpo di stato era finalizzato a porre fine ai problemi economici e di sicurezza che affliggevano il paese. Il 28 luglio, Abdourahmane Tchiani, il capo della Guardia presidenziale del Niger e stretto collaboratore dell’ex presidente Mahamadou Issoufou, si è autoproclamato presidente, ribadendo le misure dure annunciate dai militari due giorni prima: sospensione delle istituzioni, istituzione del coprifuoco e chiusura dei confini nazionali.

Sebbene, però, Tchiani sia una figura di spicco nell’esercito del Niger, il golpe di cui si è fatto portavoce non ha ancora ottenuto un sostegno incondizionato da parte di tutti i militari. Questo genera incertezza sulla stabilità del nuovo regime e sulla sua capacità di mantenere il potere nel lungo termine.

L’importanza geopolitica del Niger

Il Niger riveste un ruolo di grande importanza geopolitica per la Francia e l’Occidente in generale. Il paese possiede tra le più importanti riserve di uranio al mondo, un materiale cruciale per l’industria nucleare. Inoltre, il Niger si trova lungo la rotta migratoria verso l’Europa, il che lo rende un partner essenziale nella gestione dei flussi migratori. Il Niger è anche un partner strategico per l’Occidente nella lotta contro i gruppi jihadisti.

Le relazioni tra il Niger e i leader occidentali sono state storicamente strette, ma persiste anche un sentimento anti-francese, a causa delle ferite lasciate dal passato coloniale e delle ingerenze di Parigi negli affari interni.

L’assalto all’ambasciata francese nel Niger e la dimostrazione di sostegno alla Russia possono essere visti come manifestazioni di questo sentimento anti-francese e dell’interesse verso nuove alleanze. Il gruppo Wagner, un’organizzazione di mercenari russi, è da anni attivo in Africa e ha sostenuto diverse presidenze contro i gruppi jihadisti e nel mantenimento dell’ordine pubblico. Ciò ha suscitato un crescente consenso popolare nei confronti dei mercenari russi e, di conseguenza, del Cremlino. L’Occidente, preoccupato che i golpisti del Niger possano avvicinarsi a Mosca, guarda con attenzione agli sviluppi in questa regione strategica dell’Africa.

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