Euro digitale: cos’è, come funziona e a cosa serve la moneta elettronica della BCE
Euro digitale: cos’è e come funziona. La Commissione europea ha presentato una proposta di legge per introdurre l’euro digitale come valuta alternativa alle banconote fisiche. L’obiettivo è permettere pagamenti digitali ovunque nei paesi che adottano l’euro, senza l’uso di carte di credito o bancomat che possono comportare costi aggiuntivi. Si prevede l’utilizzo di un’app gratuita, che funzionerebbe sia online che offline come un portafoglio digitale.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha condotto studi e ricerche per valutare la fattibilità di un euro digitale. Tra i promotori del progetto c’è Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo della BCE e prossimo governatore della Banca d’Italia. Questa tendenza verso le valute digitali è stata osservata in diversi paesi nel mondo, come Canada, Svizzera e Giappone, in risposta all’aumento dei pagamenti elettronici rispetto a quelli in contanti.
Se introdotto, l’euro digitale sarebbe una moneta a corso legale, accettata ovunque nei paesi che adottano l’euro. Tuttavia, la proposta della Commissione europea specifica che l’euro digitale sarebbe solo un’alternativa al contante tradizionale e non intende sostituirlo. I contanti rimarranno in uso, e un euro digitale potrà essere convertito in un euro fisico e viceversa.
I dettagli tecnici devono ancora essere stabiliti dalla BCE, ma si prevede che l’uso dell’euro digitale richiederà l’installazione di un’app che funzionerà sia online che offline, consentendo pagamenti su siti di e-commerce e nei negozi fisici anche senza connessione internet.
I tempi per la realizzazione del progetto sono ancora incerti, e la BCE completerà un’indagine sulle caratteristiche tecniche per la distribuzione dell’euro digitale nell’autunno. La proposta della Commissione europea rappresenta lo schema legale per il progetto, ma richiederà l’approvazione formale del Parlamento europeo e degli Stati membri.
Un vantaggio dell’euro digitale sarebbe la gratuità dei pagamenti, eliminando le spese associate all’uso di mezzi di pagamento elettronici per i consumatori e le commissioni sui pagamenti per gli esercenti. Inoltre, ridurrebbe la dipendenza dai circuiti di pagamento statunitensi come Visa e Mastercard. Tuttavia, potrebbe avere un impatto sull’attività delle banche, che potrebbero perdere parte dei ricavi derivanti dalle commissioni. Potrebbe essere stabilito un limite sull’importo che si può detenere nel portafoglio digitale per mitigare gli effetti sul sistema finanziario nel suo complesso.
La gestione dei dati personali e della privacy è una preoccupazione diffusa. I commissari hanno dichiarato che i pagamenti con l’euro digitale non saranno tracciati, come avviene per il contante, e né le banche né la BCE conserveranno dati dei consumatori. Durante la conferenza stampa, è stato sottolineato che il progetto non sarà invasivo per la privacy dei cittadini.
Cos’è l’euro digitale
L’euro digitale si chiamerà CBDC (Valuta Digitale della Banca Centrale) dell’Eurozona. Simile alle criptovalute, ma da non confondere con queste ultime, perché l’euro digitale sarà l’equivalente elettronico dell’euro fisico in contanti (1 euro digitale equivarrà a 1 euro fisico), e a emetterlo sarà la BCE. Una moneta virtuale parallela alle banconote da usare per i pagamenti nei Paesi UE.
Come funziona l’euro digitale
L’euro digitale dovrebbe funzionare come il Bitcoin: emesso e trasferito utilizzando la blockchain e conservato nei portafogli digitali (wallet). Però, a differenza delle criptovalute, sarebbe implementato, controllato e gestito da BCE, governo o società terze approvate. Inoltre, a differenza delle criptovalute, la nuova valuta emessa dalla BCE sarebbe solo un “mezzo di pagamento, e non una forma di investimento che compete con altri strumenti finanziari“.
Perché un euro digitale?
- L’euro digitale renderebbe più veloci i pagamenti e più semplice il tracciamento e il contenimento dei reati finanziari.
- L’euro digitale potrebbe aiutare a mitigare le probabilità che un cyber attacco, un disastro naturale, una pandemia o altri eventi estremi possano ostacolare la fornitura di servizi di pagamento.
- L’emissione di un euro digitale andrebbe a sostenere la sovranità e la stabilità monetaria e finanziaria europea davanti alle minacce rappresentate dalla creazione di CBDC da parte di banche centrali straniere a disposizione dei cittadini europei e dallo sviluppo di soluzioni di pagamento come le stablecoin globali da parte di grandi aziende private.
- Essendo emessa dalla BCE, non dovrebbe subire le oscillazioni legate alla blockchain (come si verifica per le criptovalute più famose, che vengono scambiate senza l’ausilio di istituti finanziari).
- Per detenere euro digitale non sarebbe necessario disporre di un conto corrente, ma sufficiente avere un “wallet digitale” (come quello delle criptovalute).
A che punto siamo con l’euro digitale
In Francia, la Banca centrale, in collaborazione con Sociéte Générale, ha effettuato una transazione di prova di euro digitale sulla blockchain: è consistita nell’emissione di 40 milioni di euro di obbligazioni garantite sulla blockchain pubblica sotto forma di token di sicurezza.
La Svezia sta progettando l’introduzione dell’e-corona come valuta digitale entro novembre 2022.
In Cina la sperimentazione dell’e-yuan (la versione digitale dello yuan) è già iniziata e ha coinvolto le città di Pechino e Suzhou, per un totale di 40 milioni di yuan (6,2 milioni di dollari).
Anche il segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, si è detta favorevole ai tentativi di creare un dollaro digitale, stampato dalla Federal Reserve e basato sulla tecnologia blockchain.
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