Cos’è la De-Dollarizzazione?

La dedollarizzazione è il processo di riduzione dell’impiego del dollaro come valuta internazionale. Un processo in atto da alcuni decenni a causa di diversi fattori

Cos'è la De-Dollarizzazione?
Cos’è la De-Dollarizzazione? La de-dollarizzazione è un movimento che cerca di ridurre la dipendenza delle altre nazioni dal dollaro statunitense, che per quasi 80 anni è stata la principale valuta utilizzata nel commercio globale e nelle riserve internazionali. Questo è stato stabilito anche dall’accordo di Bretton Woods alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il dollaro è la valuta predominante nelle riserve delle banche centrali di tutto il mondo e viene utilizzato per prezzi di contratti a termine di materie prime come il petrolio e il gas naturale. Questo conferisce agli Stati Uniti un’enorme potenza economica e la capacità di esercitare pressioni su altre nazioni.

La de-dollarizzazione è un tentativo di diversificare le valute utilizzate nel commercio internazionale, con l’obiettivo talvolta di limitare l’influenza economica degli Stati Uniti. Paesi come Brasile, Cina e Russia stanno cercando di ridurre la loro dipendenza dal dollaro e promuovere l’uso di altre valute nel commercio internazionale.

Cos’è la de-dollarizzazione?

La de-dollarizzazione è un processo graduale che consiste nella riduzione dell’uso del dollaro come principale valuta negli scambi finanziari, economici e commerciali, con l’obiettivo di sostituirlo con altre monete. Questo processo ha avuto inizio circa 50 anni fa, quando il dollaro è stato staccato dall’oro, ma ha subito una maggiore accelerazione negli ultimi 10-15 anni, anche a causa delle recenti crisi economiche e politiche.

Nonostante il dollaro mantenga il suo ruolo di valuta internazionale di riferimento, negli ultimi anni il suo utilizzo è diminuito in modo significativo, scendendo di oltre il 20%. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, nel 2023 l’uso del dollaro come principale valuta monetaria è sceso al 59,6%, seguito dall’euro (20,5%) e dallo yuan cinese (7%).

È importante notare che il prezzo del petrolio e il valore dell’oro continuano ad essere calcolati in dollari USA. Attualmente, il 70% delle riserve monetarie internazionali è detenuto in dollari e l’88% delle operazioni commerciali globali avviene con questa valuta. Tuttavia, varie iniziative commerciali e politiche, promosse da paesi come Cina e Russia, oltre che dalle economie emergenti, stanno minando la predominanza della moneta americana.

I motivi della “caduta” del dollaro

Alcuni Paesi, come Cina e Russia, stanno attivamente lavorando per diminuire l’importanza del dollaro nel commercio internazionale. Nel dicembre del 2022, la Cina ha suggerito ai fornitori del Medio Oriente di accettare la propria valuta anziché il dollaro nelle transazioni petrolifere. Inoltre, la visita del presidente Xi Jinping in Arabia Saudita è stata vista come un passo significativo verso l’adozione del “petroyuan“.

Nel frattempo, la Russia ha intensificato i suoi sforzi di de-dollarizzazione nell’ultimo anno. Nel marzo del 2022, Putin ha firmato un decreto che impedisce ai Paesi “non amici” di stabilire contratti per il gas naturale in valuta diversa dal rublo.

Cina e Russia, insieme agli altri membri del gruppo di Paesi BRICS, si sono impegnati più volte a introdurre una nuova valuta di riserva che potrebbe eventualmente prendere il posto del dollaro come riserva internazionale.

Il processo di de-dollarizzazione è iniziato molti anni fa, con il distacco del dollaro dall’oro nel 1971, e ha attraversato diverse crisi bancarie negli Stati Uniti, fino ad arrivare agli eventi più recenti, come la crisi sanitaria e l’inflazione.

Cina e Russia hanno svolto un ruolo cruciale nel processo di de-dollarizzazione, adottando misure e accordi commerciali specifici, come l’acquisto di petrolio in valute diverse dal dollaro. Questo processo è stato ulteriormente accelerato dalla guerra in Ucraina e dalle relative sanzioni contro la Russia.

Inoltre, le economie emergenti come Brasile, India e Sudafrica, insieme a Cina e Russia, hanno iniziato a utilizzare valute diverse dal dollaro USA nelle trattative commerciali, contribuendo così alla riduzione del predominio internazionale del dollaro.

Infine, l’euro ha guadagnato sempre più importanza nel mercato globale, contribuendo a erodere il dominio globale del dollaro verde.

Quali potrebbero essere gli effetti sull’economia americana e europea

La dedollarizzazione potrebbe avere notevoli impatti sull’equilibrio degli scambi commerciali e sui mercati finanziari. Alcuni esperti prevedono che potrebbe causare un vero e proprio “caos monetario“, mentre altri ritengono che potrebbe rafforzare le relazioni finanziarie ed economiche, promuovendo il libero scambio e aprendo nuove opportunità commerciali.

Questo processo avrebbe sicuramente un forte impatto sull’economia degli Stati Uniti e potrebbe indirettamente influenzare anche le economie europee, compresa l’Italia. Inoltre, potrebbe avere gravi conseguenze sulla stabilità geopolitica, considerando il ruolo predominante degli Stati Uniti come potenza globale.

Tuttavia, molti economisti ritengono che la sostituzione del dollaro non sia un processo semplice o immediato. Attualmente, il dollaro rimane la principale valuta a livello globale, la più utilizzata e la più stabile. Inoltre, al momento non esiste un’alternativa chiara e definitiva al dollaro.

Nonostante la spinta verso la de-dollarizzazione proveniente dalla Cina, lo yuan rappresenta solo il 2,7% di tutte le riserve valutarie a livello mondiale, secondo il FMI. Gli analisti ritengono improbabile che una valuta concorrente possa surclassare il dollaro nel breve termine.

Per quanto riguarda gli investimenti, la de-dollarizzazione è un processo che mira a ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense. Tuttavia, nel breve termine, è improbabile che si verifichino cambiamenti significativi. Attualmente, il mercato statunitense costituisce circa il 70% della capitalizzazione mondiale, il che rende il dollaro la principale valuta di riserva a livello globale. È comunque fondamentale diversificare i portafogli finanziari per mitigare i rischi legati alla dipendenza da una singola valuta.

Gli investitori possono adottare diverse strategie, inclusa la diversificazione in vari asset finanziari e valute, al fine di proteggere i loro investimenti dalle fluttuazioni e dalle turbolenze di mercato. Una strategia di diversificazione ben studiata può contribuire a ridurre l’esposizione a rischi specifici e a favorire una gestione finanziaria più bilanciata e resistente.

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