Per l’oro il 2024 è stato un anno da record

Per il mercato dell’oro, il 2024 si è rivelato un anno straordinario, con un aumento del valore superiore al 25%, rendendolo il miglior anno degli ultimi dieci

Per l’oro il 2024 è stato un anno da record

Per l’oro il 2024 è stato un anno da record. Per il mercato dell’oro, il 2024 si è rivelato un anno straordinario, con un aumento del valore superiore al 25%, rendendolo il miglior anno degli ultimi dieci. Questo incremento si è verificato nonostante gli anni precedenti caratterizzati da tassi d’interesse elevati, che avevano messo sotto pressione il mercato. La svolta positiva è stata determinata dai primi tagli al costo del denaro nel 2024, un evento che ha rafforzato la fiducia degli investitori e aperto la strada ad ulteriori tagli previsti per il 2025, soprattutto in Europa.

Un altro fattore chiave che ha sostenuto il prezzo dell’oro è stata la domanda costante da parte delle banche centrali, accompagnata da un quadro geopolitico incerto. Per capire meglio l’andamento del mercato, è utile analizzare i dati concreti.

Nel 2023, per la prima volta nella sua lunga storia, l’oro ha chiuso un anno sopra la soglia dei 2.000 dollari per oncia. Sebbene questa cifra fosse stata già raggiunta in passato, si era sempre trattato di aumenti temporanei. Il 2024, invece, ha visto l’oro stabilizzarsi su livelli mai raggiunti prima, registrando circa quaranta nuovi record storici e arrivando a sfiorare i 2.800 dollari per oncia.

Nonostante ciò, la domanda di oro fisico non è stata particolarmente vivace. Soltanto verso la fine dell’anno, i fondi ETF hanno mostrato una leggera ripresa. In compenso, le banche centrali hanno continuato ad acquistare grandi quantità di metallo prezioso, proseguendo il trend iniziato nel 2022 e nel 2023, quando avevano accumulato oltre 1.000 tonnellate di oro all’anno.

Tra i maggiori acquirenti di oro figurano la Banca centrale indiana, quella turca e quella polacca. La Banca popolare cinese, invece, ha sorpreso i mercati annunciando una pausa negli acquisti a giugno, dopo 18 mesi consecutivi di attività. Tuttavia, questa interruzione è durata poco: a dicembre, la Cina ha comunicato di aver ripreso a comprare oro già a novembre. A ottobre, gli acquisti netti della Cina da inizio anno ammontavano a circa 30 tonnellate, un dato inferiore rispetto alle 70-75 tonnellate acquistate da India, Turchia e Polonia.

Guardando ai prezzi, il 2024 è iniziato in modo stabile, con l’oro che a metà febbraio era sceso leggermente sotto i 2.000 dollari per oncia. Da quel momento, però, si è verificato un primo rialzo significativo, che ha portato i prezzi a salire del 20% entro metà aprile, raggiungendo quota 2.400 dollari per oncia. Nei mesi successivi, tra maggio e giugno, il valore dell’oro si è consolidato tra i 2.280 e i 2.450 dollari per oncia. Un ulteriore aumento è avvenuto ad agosto, quando il dollaro ha mostrato una temporanea debolezza, permettendo all’oro di raggiungere il picco di 2.800 dollari per oncia a ottobre.

La situazione ha subito un cambiamento con la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Le politiche protezionistiche attese dal nuovo presidente hanno spinto gli investitori verso il dollaro, temendo un possibile aumento dell’inflazione. Il rafforzamento del dollaro rispetto alle principali valute e il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato americani (i Treasuries) hanno rallentato la crescita del prezzo dell’oro. Inoltre, il mercato prevede che la Federal Reserve potrebbe adottare un approccio più prudente nei tagli ai tassi, mantenendo il costo del denaro intorno al 4-4,25%% fino alla fine del 2025. Questo scenario aumenta i costi legati alla detenzione dell’oro, un bene che non offre interessi o dividendi.

Un altro elemento che ha influenzato il mercato è stato l’interesse per il bitcoin, considerato da molti un’alternativa all’oro. Durante il 2024, il bitcoin ha raggiunto per la prima volta il valore di 100.000 dollari, attirando miliardi di dollari di investimenti nel settore delle criptovalute. Questo fenomeno ha sottratto parte della liquidità destinata all’oro, ma il metallo prezioso ha continuato a mantenere un andamento stabile, chiudendo l’anno tra i 2.600 e i 2.700 dollari per oncia.

Nonostante questi sviluppi, gli analisti delle principali banche d’investimento, come Bank of America, UBP e Goldman Sachs, ritengono che il rallentamento dell’oro sia solo temporaneo. Alcuni prevedono che il prezzo potrebbe raggiungere i 3.000 dollari per oncia. BNP Paribas, invece, adotta una visione più cauta, stimando un prezzo stabile tra i 2.600 e i 2.800 dollari per il biennio 2025-2026, a causa della persistente forza del dollaro.

Anche l’argento ha mostrato una performance interessante nel 2024. Il metallo ha raggiunto i massimi degli ultimi tredici anni, toccando quota 35 dollari per oncia, per poi stabilizzarsi poco sopra i 30 dollari. Su base annua, l’aumento è stato del 30%. La domanda di argento è trainata soprattutto dall’industria, che rappresenta circa il 50% del consumo totale, rispetto al 9-10% dell’oro. I settori più rilevanti per la domanda di argento sono quelli legati al fotovoltaico, alle auto elettriche e alla tecnologia 5G.

Nell’ultimo tre anni, la domanda di argento ha superato l’offerta, creando un deficit produttivo. Questo scenario ha spinto molti analisti a considerare l’argento come un’opportunità di investimento interessante per il medio-lungo termine. Al momento, il rapporto tra oro e argento (gold-silver ratio) si aggira intorno a 86-87, un valore che storicamente indica una posizione favorevole per l’argento rispetto all’oro.

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