Un rapporto di Surfrider Foundation Europe ha evidenziato le strategie adottate dalle grandi aziende per ritardare l’attuazione di azioni finalizzate a ridurre l’utilizzo di plastica
Le 5 strategie adottate dalle aziende per non ridurre l’utilizzo di plastica. In un recente rapporto pubblicato da Surfrider Foundation Europe, è stata evidenziata una serie di strategie adottate da grandi aziende come Coca-Cola, Nestlé, Adidas e Unilever per ritardare l’attuazione di azioni finalizzate a ridurre l’utilizzo di plastica, contribuendo così all’inquinamento globale e alle sue conseguenze ambientali e umane.
Una delle tattiche utilizzate consiste nel scaricare la responsabilità del problema sul consumatore e sulle amministrazioni locali, enfatizzando il loro ruolo nella gestione della crisi della plastica e minimizzando il coinvolgimento delle aziende stesse. Questo atteggiamento sembra finalizzato a deresponsabilizzarsi e a giustificare l’inerzia nell’affrontare il problema.
Alcune aziende, come TotalEnergies, invece di investire in soluzioni per la deplastificazione, puntano su nuove capacità nella produzione di materie prime, che falliscono nel risolvere la crisi della plastica. L’uso di plastica riciclata o bioplastiche da sole non è sufficiente a prevenire l’inquinamento marino e a ridurre i rischi sanitari e umani ad esso legati.
Altre aziende, come Adidas e IKKS, cercano di convincere i consumatori che i loro prodotti contribuiscono a “salvare l’ambiente” attraverso strategie di comunicazione ottimistiche. Tuttavia, queste affermazioni non sono supportate da prove concrete e sembrano essere un esempio di greenwashing, ovvero un’operazione di facciata per apparire più sostenibili di quanto realmente siano.
Allo stesso tempo, le aziende utilizzano indicatori di sostenibilità poco chiari o lusinghieri per mascherare le scarse prestazioni nella riduzione della plastica. Questi indicatori vengono spesso manipolati per presentarsi come più sostenibili di quanto siano in realtà.
Infine, alcune aziende, come Coca-Cola, fingono di essere a favore della sostenibilità pubblicamente, ma agiscono privatamente contro di essa, cercando di ostacolare normative decisive per la riduzione della plastica.
Questi comportamenti delle aziende diventano ancor più preoccupanti se si considera che la produzione di plastica è in continua crescita, con stime che indicano un triplicamento dell’inquinamento da plastica entro il 2040, se non vengono adottate misure adeguate per contrastarlo. Per fronteggiare questa crisi ambientale, è essenziale che le aziende smettano di adottare tali strategie e inizino a prendere sul serio l’urgenza di deplastificare le loro attività. Solo in questo modo sarà possibile affrontare il problema dell’inquinamento globale da plastica e proteggere l’ambiente e la salute umana.
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