“Ci hanno tolto la Daspo o meglio ci hanno ridato un minimo del diritto che ci spetta. Questa è una piccola vittoria di tutti”, ha detto Puzzer
Il Tar del Lazio ha annullato la Daspo a Puzzer? Stefano Puzzer, tra i leader della protesta “no Green pass” del porto di Trieste, ha annunciato che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso contro il foglio di via da Roma. “Questo è un primo passo perché questa non era la mia Daspo ma la Daspo di tutti gli italiani a cui sono stati tolti i diritti. Abbiamo appena recuperato un sassolino dei nostri diritti e adesso andremo a battere cassa per recuperare tutti gli altri“.
Ha detto che la notizia l’ha ricevuta dal suo avvocato: “ero in macchina. Mi ha detto: ‘guarda che ti hanno tolto la Daspo e qualcuno dovrà pagare le spese legali’. Io non commesso nessun tipo di mossa illegale: è stato riconosciuto che sono andato lì a pretendere risposte da parte del Governo“.
Nel novembre del 2021 Stefano Puzzer era stato destinatario di un foglio di via obbligatorio con divieto di soggiorno per un anno a Roma dopo che aveva posizionato un banchetto in piazza del Popolo e protestato contro il Green pass.
Secondo il Tar del Lazio:
“L’Amministrazione non ha formalmente contestato tali risultanze, né ha indicato concrete e significative situazioni di pericolo derivanti dal comportamento del ricorrente, tali da poterne inferire un effettivo potenziale pericolo per la sicurezza pubblica, nelle circostanze di luogo e di tempo che costituiscono la motivazione sostanziale del provvedimento impugnato“.
Inoltre “né il provvedimento può legittimamente fondarsi sulle sole segnalazioni del ricorrente all’Autorità Giudiziaria, ovvero sulla contestazione relativa all’organizzazione di una manifestazione non autorizzata, che (oltre a non essere state accertate in maniera definitiva) non possono da sole sorreggere la misura, in assenza di ulteriori e concreti elementi di fatto che fungano da indispensabili criteri di collegamento spazio-temporale tra le esigenze di prevenzione ed uno specifico territorio (…), con riferimento ad un delimitato periodo temporale di un anno“.
In assenza di tali elementi “anche la durata della misura risulta sprovvista di una valida giustificazione causale, non risultando ancorata ad una oggettiva e percepibile esigenza di prevenzione della sicurezza urbana, e risultando pertanto insuscettibile di una reale valutazione in termini di congruità e proporzionalità della limitazione della libertà di circolazione sul territorio nazionale“.
“Infine deve ritenersi poco pertinente anche la motivazione relativa all’esigenza di dislocare un massiccio presidio di sicurezza, che avrebbe distratto le forze di Polizia da altri obiettivi sensibili, in quanto tale affermazione non è risultata confermata dalla documentazione probatoria versata in atti, né appare di per sé idonea a dimostrare un effettivo turbamento della sicurezza pubblica, in assenza di documentati disordini“.
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